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Per visionare la tabella con i prezzi aggiornati basterà andare sul sito dell’Agenzia dei Monopoli e delle Dogane, che ha stilato l’elenco. Ma cosa succede? La Manovra del governo relativa al 2024 ha di fatti “modificato al rialzo alcuni valori relativi alle accise, all’aliquota di un’imposta di consumo e agli oneri fiscali”, scrive Il Giornale. C’è da dire tuttavia che questi aumenti non riguardano solo i prodotti derivati dal tabacco, ma anche alcuni sostitutivi. Chi fuma lo sa, i rincari riguardano quelle marche che non avevano ancora subito maggiorazioni di prezzo quest’anno.
Andiamo quindi a vedere nel dettaglio chi spenderà di più, ecco l’elenco completo delle marche che hanno subito una sovrattassa: Ms classic cartoccio da 20 pezzi 5,40 euro; ms bionde 100’s astuccio da 20 pezzi 5,70 euro, lido blu astuccio da 20 pezzi 6,00 euro, ms bionde cartoccio da 20 pezzi 5,40 euro, ms bionde astuccio da 20 pezzi 5,50 euro, rothmans special blue ks astuccio da 20 pezzi 6,40 euro, dunhill club astuccio da 20 pezzi 5,30 euro, dunhill gold astuccio da 20 pezzi 6,40 euro, vogue lilas astuccio da 20 pezzi 5,50 euro, lucky strike original astuccio da 20 pezzi 5,30 euro, kent surround astuccio da 20 pezzi 6,50 euro, lucky strike original cartoccio da 20 pezzi 5,20 euro, vogue classique long bleue astuccio da 20 pezzi 5,50 euro, dunhill international astuccio da 20 pezzi 7,00 euro.
E ancora: Vogue bleue astuccio da 20 pezzi 5,50 euro, esportazione cartoccio da 20 pezzi 6,00 euro, ms nazionali cartoccio da 20 pezzi 5,40 euro, dunhill club bianca astuccio da 20 pezzi 5,30 euro, dunhill red astuccio da 20 pezzi 6,40 euro. Dunhill blue astuccio da 20 pezzi 6,40 euro, ms chiare 100’s astuccio da 20 pezzi 5,70 euro, ms chiare astuccio da 20 pezzi 5,50 euro, ms rosse cartoccio da 20 pezzi 5,40 euro, ms bianche astuccio da 20 pezzi 5,50 euro. Lucky strike amber astuccio da 20 pezzi 5,30 euro, vogue classique long lilas astuccio da 20 pezzi 5,50 euro, kent blue astuccio da 20 pezzi 6,50 euro, ms rosse astuccio da 20 pezzi 5,50 euro, rothmans of london blue 20 astuccio da 20 pezzi 5,00 euro, rothmans of london silver 20 astuccio da 20 pezzi 5,00 euro. Rothmans essence red 100’s astuccio da 20 pezzi 5,20 euro, rothmans of london blue 100 astuccio da 20 pezzi 5,20 euro.
Poi: Rothmans of london silver 100 astuccio da 20 pezzi 5,20 euro, rothmans essence red cartoccio da 20 pezzi 5,00 euro, rothmans essence blue king size cartoccio da 20 pezzi 5,00 euro, rothmans of london s-series blue astuccio da 20 pezzi 5,20 euro, rothmans of london s-series silver astuccio da 20 pezzi 5,20 euro, rothmans of london white 20’s astuccio da 20 pezzi 5,00 euro. Rothmans essence silver king size cartoccio da 20 pezzi 5,00 euro, lucky strike silver bay astuccio da 20 pezzi 5,30 euro, rothmans of london white 100 astuccio da 20 pezzi 5,20 euro, lucky strike demi astuccio da 20 pezzi 5,30 euro. Lucky strike eclipse astuccio da 20 pezzi 5,30 euro, rothmans of london s-series white astuccio da 20 pezzi 5,20 euro, lucky strike original 100’s astuccio da 20 pezzi 5,30 euro, rothmans essence blue 100’s astuccio da 20 pezzi 5,20 euro.
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]]>L'articolo Cosa si nasconde dietro i vestiti di H&M? La blogger 17enne svela il segreto proviene da Caffeina Magazine.
]]>Prostituzione, sfruttamento, schiavitù: ecco cosa si nasconde dietro la moda low cost
Eppure, il pesante velo di omertà che copre questo scenario non si squarcia nemmeno grazie al lavoro dei tre blogger norvegesi di Sweat Shop cui è stato chiesto, o per meglio dire imposto, di non raccontare parte di ciò che avevano visto e vissuto durante la loro esperienza nei laboratori tessili della Cambogia. Per questo motivo, la giovanissima Anniken Jørgensen, una delle tre blogger che ha partecipato al reality, ha deciso di raccontare la verità, intraprendendo da sola una campagna per far sapere al mondo le reali condizioni dei lavoratori tessili cambogiani e fare in modo che la propria esperienza non restasse solo “un pugno di video” pubblicati sul web. (Continua a leggere dopo la foto)
Nonostante la giovanissima età, Anniken ha 17 anni, la ragazza ha cominciato a fare i nomi delle aziende coinvolte nello sfruttamento degli operai, in particolare H&M, raccontando sul proprio blog la realtà dei fatti, accuratamente censurata anche dallo stesso Aftenposten. Per mesi, nonostante le obiezioni dei tre blogger, il quotidiano sarebbe riuscito a mantenere il silenzio, fino a un paio di mesi fa, quando Anniken non ha deciso di parlare “da sola” dopo aver compreso che nessuno sarebbe stato disposto ad ascoltare la sua storia: “È incredibilmente frustrante che una grande catena di abbigliamento abbia così tanto potere da spaventare e condizionare il più importante quotidiano della Norvegia. Non c’è da meravigliarsi: il mondo è così. Ho sempre pensato che nel mio paese ci fosse libertà di espressione. Mi sbagliavo”. (Continua a leggere dopo la foto)
E così, grazie al tam tam del web, la denuncia di Anniken ha cominciato a prendere il largo, diventando virale insieme alla sua iniziativa di boicottare H&M e i suoi abiti. Fino al punto che la stessa azienda ha chiesto di poterla incontrare nella sede principale di Stoccolma annunciando, nello stesso tempo, di aver preso provvedimenti nei confronti dei laboratori tessili a cui commissiona la realizzazione degli abiti, affinché si impegnassero a migliorare le condizioni di vita dei propri operai. In diverse occasioni Anniken ha sottolineato che quel viaggio in Cambogia ha cambiato per sempre la sua vita e che mai potrà dimenticare le condizioni di lavoro di quegli operai. In particolare, la giovane racconta dell’incontro con una ragazza diciottenne, che ha iniziato a lavorare quando aveva appena nove anni.
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]]>L'articolo “Una volta al mese”. Gas, come cambia la bolletta: ecco cosa succede dal 1° ottobre proviene da Caffeina Magazine.
]]>Una scelta dettata per aiutare tutte quelle famiglie che sono ancora nelle condizioni di tutela (oggi circa 7,3 milioni di clienti domestici, su un totale di 20,4 milioni, il 35,6% circa). Non solo, anche per intercettare (istantaneamente) le eventuali iniziative nazionali ed europee di contenimento dei prezzi. Non solo, l’Arera ha deciso di non utilizzare più come riferimento le quotazioni a termine del mercato all’ingrosso, ma la media dei prezzi effettivi del mercato all’ingrosso Psv italiano. Si spera, in questo modo, di rendere più sicure le forniture ai consumatori.
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La guerra non ha fatto altro che aumentare le incertezze sulla disponibilità di gas dalla Russia, aumentando le criticità per i venditori nel reperire sui mercati all’ingrosso il gas necessario. Gas necessario a soddisfare i propri clienti, anche domestici, per il prossimo anno termico che parte dal 1° ottobre. Ora, grazie a questo sistema, si spera che sia basso il rischio che i venditori non siano in grado di garantire la propria operatività e quindi le forniture ai propri clienti.
Con il nuovo metodo di aggiornamento, il valore della componente materia prima per la tutela gas verrà pubblicato sul sito dell’Autorità all’inizio di ogni mese successivo al mese di riferimento. Quindi per le tariffe di ottobre, primo mese di enrtrata in vigore del nuovo sistema, avverrà all’inizio del mese di novembre.
Il presidente dell'Autorità per l'energia @ARERA_it ospite della riunione del Comitato esecutivo di #Unioncamere pic.twitter.com/YbvkU4r6cc
— Unioncamere (@unioncamere) September 14, 2022
Non solo, verranno introdotti specifici obblighi di trasparenza a carico dei venditori. In caso di necessità di ricalcoli di prezzo rispetto a quanto precedentemente fatturato, dovranno non solo darne opportuna informazione in bolletta. Il presidente dell’Autorità, Stefano Besseghini ha detto: “Lo facciamo per cercare di garantire la difesa del consumatore e la sicurezza della fornitura”.
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]]>L'articolo “Risparmi 600 euro”. Caro bollette, fai così e spendi di meno: i semplici trucchi proviene da Caffeina Magazine.
]]>Nell’ultimo trimestre del 2022, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) prevede un ulteriore aumento del 100 per cento rispetto al costo attuale. Insomma, le bollette potrebbero raddoppiare ulteriormente e la spesa totale delle famiglie per l’intero anno (compreso il già pagato) toccherà cifre altissime: 2.242 euro per l’elettricità, 3.461 per il gas. Una vera stangata di 5.700 euro a famiglia. E questo in un periodo in cui l’ inflazione è molto alta, se pensiamo che l’aumento dei prezzi dei beni ad agosto ha toccato l’8,4 per cento.
Per risparmiare sulle bollette occorrere mettere in campo alcune strategie e a spiegare come fare ci ha pensato Roberto Tascini. Intervistato da Leggo, il presidente Adoc ha dato alcuni consigli su come risparmiare la corrente elettrica e il gas e avere delle bollette meno care. Secondo Enea, le misure amministrative, come la riduzione di un grado dei termosifoni, e i comportamenti volontari consentirebbero un risparmio annuo di 607,38 euro.
Lavatrice e lavastoviglie: “Vanno usate sempre a pieno carico, evitando, per quanto possibile, lavaggi a temperature elevate, che comportano un dispendio energetico superiore. Se il contratto non è a tariffa unica ma a fasce orarie, è bene usare gli elettrodomestici quando il consumo costa meno, di solito la notte”, spiega a Leggo Tascini. Per quanto riguarda il frigorifero non bisogna mettere cibi caldi al suo interno e non va aperto troppe volte al giorno. Capitolo forno, per risparmiare in bolletta meglio usare un forno da 60 centimetri e non da 90, oppure uno a microonde (mai lasciarlo in stand by).
No standy by anche per gli altri elettrodomestici come radio e tv. In questi capi è consigliata una ciabatta con interruttore. Il riscaldamento spento nelle stanze che non vengono utilizzate, lo scaldabagno acceso solo quando serve e meglio la doccia del bagno. Fondamentale è sostituire le lampadine. I led di ultima generazione consentono un grande risparmio, circa l’80 per cento rispetto alle lampadine a incandescenza. In commercio esistono dei piccoli pannelli fotovoltaici da balcone che possono aiutare a risparmiare. Con tutte queste accortezze è possibile risparmiare fino al 20 per cento.
“Ecco gli aumenti pesantissimi”. Caro bollette, le cifre salate rispetto allo scorso anno
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]]>L'articolo “Costretta a chiamare la polizia”. Selvaggia Lucarelli riprende tutto col telefono: “Che vergogna” proviene da Caffeina Magazine.
]]>“Salgo sul primo della fila. Non prendevo taxi da un po’ eh, non è che li prenda tutti i giorni”, ha raccontato la Lucarelli. “Ovviamente, visto che il Pos è obbligatorio, non chiedo nulla. Quando siamo a 50 metri da casa il tassista mi dice: guardi che ho il pos scarico. Non ci posso credere. Quindi è vero, come mi dicono, che ora che hanno vinto il braccio di ferro col governo sono pure peggiorati, perché convinti, a ragione, di poter fare quel che gli pare”, ha proseguito la giornalista nel suo racconto.
Il video è stato pubblicato insieme alla clip, in cui effettivamente si sente il guidatore spiegare che il suo Pos è scarico. “Quindi mi impunto. Lui, il passivo aggressivo, minaccia di chiamare la polizia, ìma nel frattempo il tassametro lo lascio acceso e lei mi paga l’attesaì. Capito? Io non mollo. E indovinate? Spunta fuori il pos, che però è del fratello, quindi i soldi li prenderà lui (e perché, il fratello non glieli può dare?).
Certo. Vi dovete vergognare”, ha concluso la Lucarelli, in questi giorni impegnata in una campagna social sull’utilizzo del Pos in Italia. Poco dopo Selvaggia Lucarelli ha voluto raccontare con un video la vicenda, con tanto di replica del pubblico esercente raggiunto telefonicamente.
Sotto alla lente sono finiti due scontrini emessi domenica 31 luglio in una gelateria a Serravalle. Il primo scontrino, staccato alle 17.21, riporta un totale di 5,60 euro a cui si aggiungono 0,17 euro indicati come “maggioranza 3%. Il secondo di 5,60 euro pagati con denaro contante alle 18.04. Il motivo, sta nel pos, ancora una volta. Gli esercenti che lo usano devono una tassa alla banca che spesso fanno pagare al cliente.
“È un reato, in galera…”. Selvaggia Lucarelli contro Chiara Ferragni: cosa è successo
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]]>L'articolo Nuovo bonus da 300 euro, anche senza Isee: chi ne ha diritto e come ottenerlo proviene da Caffeina Magazine.
]]>C’è da dire che la misura si è resa necessaria a causa della diffusione delle pratiche dello smart working e della didattica a distanza per contrastare l’aumento dei contagi da Covid. Ora però, molte aziende, alla luce dei fatti, preferiscono o hanno introdotto lo smart working come pratica standard, sarà quindi sempre più richiesta una banda tale da poter permettere alle persone di poter lavorare da casa senza intoppi. Tra l’altro, dal 1° marzo 2022, è stata avviata anche una ulteriore fase di intervento destinata alle micro, piccole e medie imprese, con un voucher da 2.500 euro per le connessioni aziendali.
Il dato in effetti fa paura: ad oggi sono ancora 4 milioni le famiglie che continuano a utilizzare la banda larga di base, con velocità inferiori a 30 Mbit/s. A queste si aggiungono quelle che non hanno alcun tipo di accesso a internet, nonostante un’ampia disponibilità di infrastrutture idonee. E il nuovo piano prevede proprio questo: l’erogazione di un voucher del valore di 300 euro per l’attivazione di servizi internet ad almeno 30 Mbit/s di velocità massima in download, realizzati con qualsiasi tecnologia disponibile.
Se il proprio condominio è raggiunto dalla fibra ottica, per esempio, non sarà possibile firmare un contratto per tipologie di connessione meno veloci. Come funziona? Il bonus da 300 euro è erogato sotto forma di sconto sul prezzo di attivazione, sulla fornitura dei relativi apparati elettronici e sull’importo dei canoni del servizio fino a 24 mesi.
Bonus internet veloce 300 euro: ecco il voucher per le famiglie (senza limite Isee) – ISTRUZIONI https://t.co/2zy5BczX77
— lilly69 (@lilly69y) July 21, 2022
Dunque coprirà, nei limiti di spesa previsti, i costi iniziali per la nuova linea eventualmente previsti dall’operatore, quelli del modem e le fatture dei primi 2 anni. Si stima che il voucher possa coprire fino al 50% delle spese per un nuovo contratto per questo periodo di tempo. Seguiranno sicuramente aggiornamenti.
Bonus benzina da 200 euro: cosa è, chi ne ha diritto e come ottenerlo
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]]>Non solo, nella stessa si specifica quali sono i datori di lavoro e i lavoratori interessati dal beneficio, le modalità di erogazione e le regole da seguire nel caso in cui siano riconosciuti come premio di risultato. Possono accedere al beneficio i datori di lavoro privati: rientrano nell’ambito di applicazione anche i soggetti che non svolgono un’attività commerciale e i lavoratori autonomi, sempre che dispongano di propri dipendenti.
Niente da fare invece per le amministrazioni pubbliche. Quanto alla categoria di lavoratori destinatari dei buoni benzina, è essenziale che si tratti di titolari di reddito di lavoro dipendente. Sul punto, la circolare specifica che dà diritto all’agevolazione anche l’erogazione di buoni (o titoli analoghi) per la ricarica di veicoli elettrici.
Altro dettaglio molto importante sul bonus benzina di 200 euro è che non concorre alla formazione del reddito di lavoro dipendente e rappresenta un’ulteriore agevolazione rispetto a quella generale già prevista dall’articolo 51 del Tuir. Per gli addetti ai lavori, va quindi conteggiata in maniera separata rispetto agli altri benefit.
#Bonus #carburante: fino a 200 euro per i lavoratori dipendenti del settore privato. Online la #circolare dell’Agenzia con tutte le regole, comprese le istruzioni sulle modalità per i datori di lavoro privati di erogare ai propri dipendenti #buoni #benzina https://t.co/Hxzq1o9SUk pic.twitter.com/bKNFw9L4lU
— Agenzia Entrate (@Agenzia_Entrate) July 15, 2022
I buoni benzina possono essere erogati anche per finalità retributive. In questo caso, l’erogazione deve avvenire nell’anno in corso e in “esecuzione dei contratti aziendali o territoriali”, nel rispetto della normativa prevista, per i premi di risultato, dall’articolo 1, commi da 182 a 190, della legge 28 dicembre 2015, n. 208.
Bonus di 200 euro per (quasi) tutti, la decisione del governo: a chi spetta, come ottenerlo
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]]>L'articolo “Così ci fanno pagare di più”. Succede quando facciamo la spesa, l’avvertimento dell’esperto proviene da Caffeina Magazine.
]]>A fare chiarezza però ci pensa Emanuela Bertucci, legale Aduc, l’Associazione per i diritti degli utenti e consumatori: “Mentre prima si manifestava timidamente, oggi è diffuso in modo massivo. In pratica anziché aumentare il prezzo della confezione aumento il prezzo al chilo diminuendo la quantità nella confezione. Faccio degli esempi: alcune merendine sono più piccole, nei pacchetti di fazzoletti ce ne sono 9 e non più 10. Abbiamo calcolato che con questo meccanismo i consumatori, spesso senza accorgersene, pagano anche il 10% in più”.
Come tutelarsi allora col fenomeno della shrinkflation? Per l’avvocato “Il consiglio è guardare sempre il prezzo del prodotto al chilo”. E riguardo il futuro avverte: “È difficile fare previsioni e a dirla tutta non vorrei essere nei panni degli economisti che devono elaborare delle strategie di tutela dei consumi”.
“Una cosa è certa, quest’anno la spesa sarà significativamente superiore poiché il caro energia fa da traino a tutti i prezzi e non è escluso che vi sia anche un margine di mera speculazione. Ancora non abbiamo visto niente, grazie ai calmieramenti del governo l’impatto è stato ancora limitato ma il governo non potrà far fronte in eterno alla corsa dei prezzi”.
Le confezioni si fanno più piccole e il contenuto diventa più leggero, ma il prezzo non scende. Si chiama #shrinkflation ed è l'ultimo fenomeno a cui fare attenzione tra gli scaffali dei supermercati.
— Altroconsumo (@Altroconsumo) July 6, 2022
Ne parliamo su https://t.co/4INenbbs4B.https://t.co/PSFPk2wYnd
“Come portata di novità io equiparo questa crisi economica a quella causata dalla pandemia: ci troviamo di fronte a uno scenario nuovo e inatteso. Questa crisi non è infatti paragonabile alla crisi finanziaria del 2008, forse è più affine a quella degli anni ‘70, ma allora il mondo era diverso ed è impensabile che oggi si possano utilizzare, per limitarne gli effetti, gli stessi strumenti che vennero usati allora”.
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L'articolo “Così ci fanno pagare di più”. Succede quando facciamo la spesa, l’avvertimento dell’esperto proviene da Caffeina Magazine.
]]>L'articolo “Un patrimonio assurdo”. Separazione Francesco Totti e Ilary Blasi, ecco cosa possiedono davvero proviene da Caffeina Magazine.
]]>Si stima infatti che in vent’anni Francesco abbia accumulato più di 84 milioni di euro. Ma non è l’unico in famiglia: Ilary infatti, star e conduttrice tv, ha messo da parte un bel gruzzoletto. Non sappiamo le cifre precise, ma vi basti pensare che per la conduzione de L’Isola dei Famosi si parla di un cachet di circa 50 mila euro a puntata. Insomma, la separazione non solo in amore, ma anche nelle finanze. E come sottolinea il Corriere Economia, ora l’occhio è puntato sul destino del patrimonio di Totti e Ilary, già ribattezzato dai media “Totti&Blasi Spa”.
Ilary Blasi: età, altezza, peso e misure, marito e figli. Tutto sulla conduttrice
Parliamo in pratica delle sette società fondate da Totti, delle quali hanno diverse quote moglie e parenti vari della coppia. Non possiamo non citare Number Ten, agenzia specializzata nella gestione di immagine e reputazione dei calciatori che giocano nella capitale, società che tra l’altro controlla la Number Five, il veicolo che si occupa della gestione degli ingaggi non calcistici dello stesso Totti.
Di quest’ultima, Blasi detiene il 90%. Mentre la quota rimanente è in mano al padre di Francesco. Ma non è finita qua perché ci sono le immobiliari, Longarina Srl e Immobiliare Dieci. In questo caso Totti detiene praticamente la metà di IT Scouting, società che come dice il nome è specializzata nella ricerca e scoperta di giovani talenti in ambito calcistico.
Totti e Ilary: un patrimonio di 100 milioni tra società e case #AsRoma https://t.co/JBk99FhdzV pic.twitter.com/CB9L25EPDS
— laroma24.it (@LAROMA24) July 12, 2022
Poi ci sarà anche da decidere come andrà suddiviso un progetto al quale Francesco è molto legato: la Sporting Club Totti, una società sportiva dilettantistica della capitale dove Ilary risulta azionista per quasi il 90%. Insomma, la separazione amorosa è cosa fatta, quella economica è ancora in alto mare.
“Alle 2.30 di notte”. Francesco Totti lo ha fatto dopo la notizia della separazione da Ilary Blasi
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]]>L'articolo Caro bolletta, 10 modi sicuri per abbassare i consumi e risparmiare soldi proviene da Caffeina Magazine.
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“La situazione è talmente deteriorata che rimettere in carreggiata i mercati dell’energia richiederà molto tempo. Questa è un’inflazione da offerta, insomma da maggiori costi dell’energia e delle materie prime, e come tale per definizione più dura da superare”, ha dichiarato a Repubblica. Quindi, meglio iniziare subito a risparmiare dove si può. Numero 1: spegnere tutti gli elettrodomestici in stand by: televiore, cordless, forno a microonde, frigorifero, alimentatore. Quindi Risparmia energia staccando sempre gli elettrodomestici dalla presa o, in alternativa, collegali tutti a una sola ciabatta con interruttore per semplificare l’operazione.
Numero 2: scegli elettrodomestici a basso consumo. Classe A+++, Classe A++ o Classe A+, garantiscono una riduzione dei consumi che oscilla tra il 25% e il 45% a seconda dell’apparecchio. Numero 3: utilizzare le apparecchiature elettriche solo quando è realmente necessario. Numero 4: utilizzare lampadine a led per risparmiare sulla luce. (Leggi anche Risparmiare 500 euro al mese: 10 mosse per avere 6.000 euro in più all’anno senza rinunciare a niente)
Numero 5: disfarsi degli elettrodomestici superflui. Telefoni cordless (per via della loro alimentazione costante), boiler, sveglie digitali. Numero 6: occhio alle tariffe: vanno rispettate (e conosciute) per massimizzare le sue peculiarità bisogna utilizzare gli elettrodomestici ad alto consumo nei giorni in cui si si spende meno. Tra le 19 e le 7 del mattino dal lunedì al venerdì, a qualsiasi ora nel fine settimana e durante i giorni festivi.
Numero 7: attenzione alla temperatura di lavatrice e lavastoviglie sono tra gli elettrodomestici che consumano di più. Farle sempre a pieno carico (o quasi) e a temperature basse: più le temperature sono alte, infatti, e maggiore sarà il dispendio di energia. Numero 8: aprire il frigo solo quando serve e tenerlo lontano da fonti di calore. Ogniqualvolta si apre il frigo, infatti, si azionano le turbine per mantenere il fresco e si consuma più energia. Numero 9: massimizzare l’uso del forno elettrico spegnendolo. Numero 10: tenere sotto controllo i consumi attraverso dei misuratori di energia elettrica per abitazioni private.
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]]>L'articolo “Addio all’acqua frizzante”. L’allarme in Italia dallo storico marchio: perché rischia di scomparire proviene da Caffeina Magazine.
]]>“Siamo disperati, è un altro problema gravissimo che si aggiunge ai rincari record delle materie prime e alla siccità che sta impoverendo le fonti”. E ancora: “Le aziende di C02 ci spiegano che preferiscono destinare la produzione al comparto della sanità”, ha aggiunto Bertone, il quale sottolinea che si tratta di un problema già noto nel settore.
L’acqua Sant’Anna rischia di andare fuori produzione e il CEO ricorda: “La difficoltà a trovare l’anidride carbonica per prodotti alimentari si era già presentata alla fine dell’anno scorso. Eravamo riusciti a tamponare quella che in questi giorni sta ripresentandosi in forma di vera emergenza, che riguarda tutti i produttori europei”.
E ancora: “Le aziende di C02 ci spiegano che preferiscono destinare la produzione al comparto della sanità. Saremmo disposti a pagarla di più anche se già costava carissima ma non c’è stato verso di fare cambiare idea ai nostri fornitori”. L’acqua Sant’Anna rischia di andare fuori produzione e Alberto Bertone conclude dicendo che: “Una volta finiti gli stock nei magazzini di supermercati e discount, non ci saranno più bottiglie in vendita”.
La Co2 è introvabile, e così Acqua Sant'Anna, il più grosso produttore europeo di acque oligominerali, ha fermato le linee di produzione dei prodotti gassati. "Le aziende di Co2 preferiscono destinare la produzione al comparto della sanità". #ANSAhttps://t.co/OPwzWEnuNN
— Agenzia ANSA (@Agenzia_Ansa) July 6, 2022
C’è da dire che gli italiani, almeno nei primi mesi di questo 2022, hanno preferito l’acqua minerale a quella naturale. A riferirlo sono i dati di NielsenIQ, le vendite di acqua minerale nel canale off-trade del nostro Paese (ipermercati, supermercati e discount) hanno registrato una crescita del +6,4% in valore (886 milioni) e del +4,7% in volume nel periodo gennaio-maggio 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021. Una brutta notizia per l’intera filiera.
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]]>L'articolo Reddito di cittadinanza, presentate nuove regole: chi lo perderebbe e in quali casi proviene da Caffeina Magazine.
]]>Nei giorni scorsi è stato approvato un emendamento al Decreto Aiuti approvato in commissione alla Camera con il voto contrario del Movimento 5 stelle. Il dl va convertito in legge entro la metà di luglio e nel frattempo potrebbero intervenire ulteriori modifiche, ma la stretta sul contributo statale sembra comunque vicina.
In sostanza la stretta punta a risolvere il problema della carenza di manodopera, soprattutto nei settori turistico e ricettivo. Anche il “no” a un’offerta congrua a chiamata diretta da un datore di lavoro privato rientra nel calcolo dei rifiuti che possono costare la perdita del beneficio. Le offerte congrue possono essere proposte “direttamente dai datori di lavoro privati” ai beneficiari che firmano il Patto per il lavoro (in cui è previsto l’obbligo di accettarne almeno una di tre). Il datore di lavoro privato comunica quindi il rifiuto al centro per l’impiego ai fini della decadenza.
Dopo le modifiche introdotte dalla scorsa Legge di Bilancio un’offerta è congrua se il lavoro è a tempo pieno e indeterminato e dista meno di ottanta chilometri (anziché 100) o comunque raggiungibile in 100 minuti con i mezzi di trasporto pubblici, nel caso di prima offerta. Se è una seconda offerta può essere in tutto il territorio nazionale. Rifiutando un’offerta di lavoro congrua si subisce una diminuzione mensile di 5 euro per ciascun mese a partire dal mese successivo al rifiuto. Al secondo rifiuto, il sussidio viene revocato.
La modifica è frutto di emendamenti identici riformulati presentati anche da Maurizio Lupi (Noi con l’Italia), Riccardo Zucconi (FdI), Rebecca Frassini (Lega), Paolo Zangrillo (FI), da Lucia Scanu e Manuela Gagliardi (Misto). Un emendamento quasi identico era stato presentato da Marialuisa Faro, passata nel frattempo da M5s a Ipf, che lo ha ritirato. Il Pd ha votato a favore, allineandosi al parere del governo.
“Ecco gli aumenti pesantissimi”. Caro bollette, le cifre salate rispetto allo scorso anno
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