La chiamano Shrinkflation, inflazione occulta (deriva dal verbo “to shrink”, rimpicciolire). Si tratta di un fenomeno che per il momento avviene per lo più nelle grandi distribuzioni d’oltre oceano, negli Usa maggiormente. In pratica avviene quando un prodotto, non altera il prezzo ma la dimensione dello stesso. In tanti infatti, nel corso degli anni, si sono resi conto che a parità di prezzo, quello che diminuisce è il peso netto della merce. Facciamo un esempio pratico.
Negli Stati Uniti, un pacco di pasta è rimasto invariato nel costo, ma le quantità si sono abbassate da 454 grammi a 410. Così come in tanti altri casi. È stato il Financial Times a denunciare la Shrinkflation: sacchetti di patatine riempiti con cinque o dieci sfoglie in meno; rotoli di carta igienica da cui mancano una trentina di strappi; qualche decilitro di sapone in meno nelle bottiglie; flaconi di detersivo non riempiti del tutto; barrette di cioccolato, specie quelle a tocchi triangolari, meno pesanti e con la distanza drammaticamente aumentata tra i blocchetti.
Shrinkflation, cosa significa e perché sta diventando un problema
Scrive il Financial Times riguardo la Shrinkflation: “Ipotizziamo che un anno fa il costo di una confezione di spaghetti fosse di 2,15 euro (pari a 215 centesimi) per 500 grammi di prodotto. Di conseguenza il prezzo al grammo, ottenuto dividendo il prezzo della confezione per il peso del prodotto venduto (215 ÷ 500), era di 0,43 centesimi al grammo”.
E ancora: “Oggi il prezzo è rimasto invariato, quindi sempre 2,15 euro (215 centesimi), ma la confezione non contiene più 500 grammi di spaghetti, bensì 478. Il prezzo al grammo quindi ora è di circa 0,45 centesimi, il 4% in più rispetto a un anno fa”. A riportare in Italia la pratica della Shrinkflation è invece Libero.it che riprendendo l’articolo originare del Times, punta il dito alla guerra d’Ucraina e all’impennata delle materie prime anche prima del conflitto (avvenuto nel post-pandemia).
#Shrinkflation @MDLZ
— Lady Lulu (@LuluToast) April 6, 2022
Last week the family sized tub of Philadelphia was 340g now it’s 280g. That’s a 60g difference! Same price of course.
It’s an indicator that the quantity of food bought now, is just not going to last as long for families. pic.twitter.com/UNBOP3kRvU
Secondo il Financial Times se ne sono accorte anche le associazioni di consumatori che ora stanno denunciando questi “atteggiamenti subdoli atti a scaricare su di loro l’aumento del prezzo”. Naturalmente e non per ultimi, se ne sono accorti i consumatori della Shrinkflation, ma, paradossalmente, fanno sapere da Libero, non se n’è accorta la politica che, in tema d’agroalimentare.
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