Svolta nel femminicido a Vicenza, avvenuto mercoledì 8 giugno nel quartiere La Gogna della città veneta. Un’altra vittima italiana, visto che solo pochi giorni fa Antonella Castelverde è stata trovata senza vita nella sua casa di Colchester. Secondo quanto emerge dalla ricostruzione degli investigatori, il bosniaco Zlatan Vasiljevic ha ucciso le due donne: prima all’ex compagna Gabriela Serrano poi, con il cadavere della donna auto, si è diretto dalla ex moglie Lidia Miljkovic uccidendo anche lei.
Secondo quanto riportano i quotidiani locali, Zlatan Vasiljevic e Gabriela Serrano si erano lasciati da alcuni mesi. “La loro relazione si era interrotta a causa delle violenze a cui Vasiljevic l’aveva sottoposta”, ha detto l’avvocato della donna, finita anche lei nel mirino del bosniaco, che dopo i due omicidi si è tolto la vita. Quindi ben due omicidi e non uno, come si era ipotizzato poco dopo la sparatoria in cui ha perso la vita Lidia Miljkovic.
Svolta nel femminicido a Vicenza Zlatan ha ucciso anche Gabriela Serrano
L’uomo aveva pianificato tutto. Alle 9 è salito in auto assieme all’ex Gabriela Serrano, trentaseienne venezuelana che abita a Rubano (Padova). Il killer, che aveva premeditato l’omicidio dell’ex moglie e prima quello dell’ex fidanzata Gabriela, uccisa e lasciata nel sedile mentre l’uomo toglieva la vita anche all’ex moglie Lidia, freddata a colpi di pistola in mezzo alla strada. La svolta nel femminicido a Vicenza è avvenuto dopo le indagini degli inquirenti.
La donna lavorava come domestica in una villa nel quartiere La Gogna, zona vip di Vicenza, dove abitano imprenditori ed ex calciatori come Federico Crovari e Stefan Schwoch. Quando l’uomo l’ha vista scendere dall’auto, è scattato l’agguato e le ha sparato sette colpi di una calibro 22. Uccisa anche l’ex moglie, Zlatan Vasiljevic si è diretto verso la tangenziale di Vicenza e si è suicidato con la stessa pistola, detenuta illegalmente. La svolta nel femminicido a Vicenza, è arrivata 24 ore dopo i tragici fatti.
Sotto choc Daniele, il compagno di Lidia, che se la prende con il sistema e spiega a La Repubblica: “Vorrei che giudici e assistenti sociali venissero al funerale di Lidia e guardassero bene quella bara”. Alla domanda “È vero che era decaduto anche il divieto di avvicinamento?”, Daniele risponde: “Certo, per loro era una brava persona adesso. E io mi dispero, sa per quale motivo? Perché finché il sistema rimane questo, le donne continueranno a essere uccise. Lidia non sarà l’ultima”. Parole che alla luce dei fatti fanno venire i brividi.
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