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“Scusatemi…”. Coronavirus, il prof. Ippolito in lacrime in diretta tv

In lacrime, come mai era capitato prima. Giuseppe Ippolito, il direttore Scientifico dell’Istituto nazionale di Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, baluardo in questi mesi di emergenza, in prima linea nella battaglia contro il coronavirus, alla fine è crollato ed è stata l’Italia intera a sorreggerlo. ospite della trasmissione Agorà in onda su Rai Tre, ha commentato le informazioni discordanti che arrivano dal mondo scientifico con la diminuzione dei casi e in vista delle riaperture previste per domani, rispetto alla domanda su cosa dovremmo attenderci nei prossimi mesi.

“Non è il momento di polemizzare, in ogni cosa detta c’è un pezzetto di verità, ma le informazioni vanno lette nel loro complesso” ha spiegato. Ippolito ha definito di fondamentale importanza “restare vigili, perché questa operazione di ricostruzione della sanità, per la quale potremo avere tanti fondi, non diventi un mezzo per l’arricchimento di qualcuno che vuole approfittarsene”. (Continua a leggere dopo la foto)


E ha aggiunto: “Le persone devono avere la garanzia che non ci siano più ospedali senza personale, ridefiniamo un nuovo modello di servizio sanitario”. E ancora: “L’emergenza non è finta, non disperdiamo i sacrifici degli italiani, non usiamo questo 2 giugno per fare inutili polemiche sulla malattia, oggi dobbiamo ricostruire l’Italia, non ci bastano più i livelli del piano Marshall. (Continua a leggere dopo la foto)


Stiamo ripartendo e in questo momento dobbiamo pensare alle bare che uscivano dall’ospedale di Bergamo: dobbiamo essere uniti, il resto è inutile polemica, deve parlare la voce dell’Unità d’Italia”. Qui le lacrime, le sue e della giornalista che le stava davanti. Una scena meravigliosa che dimostra umanità e attaccamento al territorio. (Continua a leggere dopo la foto)

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Il rispetto per il proprio lavoro e soprattutto per tutte quelle persone che purtroppo non ce l’hanno fatta, per i loro cari e contro coloro che in queste ore stanno facendo di tutto invece per portarci al punto di partenza: dai gilet arancioni capitanati da Pappalardo, ai raduni insensati del 2 giugno della destra italiana organizzati da Salvini e Meloni.

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