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Amanda Knox, cosa succede e come vive 15 anni dopo l’omicidio Meredith Kercher

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Amanda Knox omicidio di Meredith Kercher

Amanda Knox torna a parlare dell’omicidio di Meredith Kercher a 15 anni da quella terribile notte perugina. A riportare le sue parole di donna libera dopo la condanna in primo grado per l’omicidio della giovane studentessa londinese e l’assoluzione definitiva dopo quattro anni di carcere, il settimanale Oggi. “Sono infinitamente grata di essere viva e di esser stata scagionata ma niente potrà restituirmi i quattro anni trascorsi senza motivo in carcere, e niente potrà cancellare il trauma che è stato inflitto alla mia famiglia, ai miei amici e a me”.

“Soffro ancora lo stigma di un’accusa falsa: resterò per sempre la “ragazza che è stata accusata di omicidio” aggiunge”. Amanda, che ora vive sull’isola di Vashon, nello Stato di Washington, col marito Chris Robinson e la figlia di un anno, Eureka Muse, ha poi parlato anche di Rudy Guedè, l’unico condannato per l’omicidio. “Penso che, dopo 13 anni in galera, è probabile che Guede non sia più un pericolo per la società. Ma penso anche che il carcere non l’abbia rieducato”.

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Amanda Knox omicidio di Meredith Kercher


Amanda Knox: “L’omicidio di Meredith mi perseguita ancora. E Rudy mente”

E ancora: “Una persona che continua ad accusare degli innocenti del delitto che lui stesso ha commesso, e che si rifiuta di concedere la verità a una famiglia devastata dal dolore, resta un criminale”. Rudy, che oggi lavora in un locale del centro Italia, che dopo essere tornato in libertà aveva a sua volta attaccato Amanda Knox. “Io so la verità e anche Amanda Knox, la conosce”, aveva detto.

Amanda Knox omicidio di Meredith Kercher

Per poi aggiungere: “La prima cosa che voglio dire è rivolta alla famiglia Kercher, su quanto sia dispiaciuto per la loro perdita. Ho scritto loro una lettera per spiegare quanto sia dispiaciuto, ma è troppo tardi per chiedere scusa di non aver fatto abbastanza per salvare Meredith. Il tribunale ha accettato il fatto che ho cercato di salvarla tamponando le ferite con degli asciugamani”.

Amanda Knox omicidio di Meredith Kercher

“Il tribunale mi ha condannato per complicità nell’omicidio perché c’era lì il mio Dna, ma i documenti (processuali) dicono che vi erano altre persone e che non sono stato io a infliggere le ferite fatali”. Alla domanda se si riferisca ad Amanda Knox e Raffaele Sollecito, entrambe assolti, Guedè ha risposto: “voglio dire solo che lei dovrebbe leggere i documenti”. “Come ho già detto, (i documenti) affermano che c’erano altri e che non ho inflitto le ferite. Io so la verità e anche lei la sa”, ha aggiunto, riferendosi ad Amanda.

“La notizia è ufficiale”. Rudy Guede, 14 anni fa l’omicidio di Meredith Kercher, oggi la decisione

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