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Stuprata, uccisa, mutilata e bruciata: la orribile storia di una 20enne

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La parte sana di un paese, quella che non si vuole arrendere a violenza e soprusi, è in piazza per lei. Özgecan Aslan era una ragazza “qualunque”, rimasta uccisa lo scorso 11 febbraio a Mersin, in Turchia. Uccisa perché ha resistito a uno stupro, perché ha usato lo spray al peperoncino per difendersi dall’uomo che si trovava con lei: il conducente del minibus che porta i ragazzi da casa al college. Quello è stato il suo “errore”, prendere quel minibus. Fatti scendere gli altri studenti dal bus, l’autista, aiutato da un complice, ha cambiato percorso, portando il mezzo in un luogo isolato dove i due hanno tentato di violentare la giovane. Aslan si è difesa con gas urticante al peperoncino e gli uomini l’hanno accoltellata, poi finita con una spranga. Uno dei due ha tagliato le dita al cadavere e gli ha dato fuoco, come aveva visto in tv, per impedire il riconoscimento tramite Dna. Poi, al padre di uno di loro, hanno chiesto aiuto per nascondere il corpo.

(continua dopo la foto)


I tre sono stati arrestati nel fine settimana, traditi da tracce di sangue nel pulmino e dal cappello che indossava Aslan. Immediatamente migliaia di persone si sono riversate in piazza con cartelli con la foto della vittima e la scritta “Dimenticare è come uccidere”. Ai funerali, sfidando tradizione e imam, sono state le donne a portare la bara. I dati parlano di 4 donne su 10 esposte a violenze fisiche e psicologiche, ma l’89 per cento tace per paura.

Özgecan Aslan è diventata il simbolo in questi giorni delle proteste di piazza a Mersin. Molti manifestanti, soprattutto donne, hanno sfidato l’imam che celebrava il funerale, chiedendo di poter rimanere nella parte posteriore, per pregare per l’intero tragitto. Alle proteste di Mersin si sono unite anche quelle ad Ankara e Istanbul. Centinaia di attivisti per i diritti delle donne hanno scandito slogan in solidarietà verso Aslan nella nota Piazza Taksim a Istanbul: “Non camminerai mai sola”. La famiglia ha anche chiesto le dimissioni el ministro delle Politiche sociali giacché la classe dirigente spesso non reagisce davanti a fatti come questo.

La storia che sconvolge la famiglia reale: “Violenza sessuale su una minorenne”

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