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“Li hanno mangiati”. Italiani scomparsi in Messico: una notizia spaventosa. Sono trascorsi 37 giorni e dei napoletani venduti dai poliziotti per 43 euro ai narcos non si è saputo nulla. Adesso spunta fuori l’ipotesi più mostruosa

 

Nuove agghiaccianti risvolti nel caso dei tre napoletani spariti in Messico. Dallo scorso 31 gennaio non si hanno più notizie riguardo a Raffaele Russo, il figlio Antonio ed il nipote Vincenzo Cimmino che a quanto pare, gli indizi sono sempre più forti, sono stati consegnati ai narcos del locale cartello Nueva Generación di Jalisco, venduti probabilmente dai quattro poliziotti messicani finiti sotto indagine ed a processo. Quello che però adesso, dopo 37 giorni, fa temere molto per la loro incolumità è che il cartello Nueva Generación di Jalisco è conosciuto per la sua efferatezza. E più passano i giorni e più i timori aumentano. Ad aggravare la situazione, il fatto che non è stato richiesto nessun riscatto e non è chiaro perché i narcos abbiano “richiesto” i tre, arrivando perfino a pagare i poliziotti. Da quando il cartello Nueva Generación si è affermato, ha fatto parlare di sé in particolare per i metodi feroci. Tutto ha avuto inizio nel 2009 quando con il nome di Mata Zetas (“gli ammazza Zetas”), sono scesi in guerra contro Los Zetas, il gruppo dominante in quel periodo. Lasciano subito tre morti sul terreno e lanciano un messaggio alla popolazione di Cancún, nello stato di Quintana Roo, annunciando la loro “guerra santa”. (continua dopo la foto)



Poi nel 2011 c’è stato il massacro di Veracruz, dove sono state uccise 35 persone accusate di far parte del cartello rivale: i cadaveri vengono scaricati in mezzo alla strada, tra gli automobilisti increduli e spaventati. E anche qui il più classico dei messaggi alla popolazione: o con loro o contro di loro. Sempre a Veracruz, il mese successivo, vengono trovati altri trentadue corpi sempre ritenuti affiliati ai Los Zetas. In diciotto giorni, a Vera Cruz, si contano cento omicidi per mano della Nueva Generación. Ma l’ultimo spettro di orrore del cartello, ricade proprio sui connazionali scomparsi. Qualche mese fa, la procura dello stato messicano di Tabasco ha accusato il Cartel Jalisco Nueva Generación di praticare il cannibalismo. (continua dopo le foto)


Secondo gli investigatori la pratica del cannibalismo verrebbe adottata dal cartello come rito di iniziazione per i nuovi membri. In alcuni casi, infatti, i corpi dei propri nemici vengono ritrovati orrendamente mutilati ed in alcuni casi, parzialmente mangiati. Tra i riti di iniziazione al cartello, infatti, inizia a farsi strada anche il “cannibalismo” verso i narcos nemici. Nelle carneficine non vengono risparmiate neanche forze dell’ordine e giornalisti. Una vera e propria mattanza. E così si capisce perché gli stessi investigatori stiano perdendo la speranza di ritrovarli vivi, più passa il tempo e più l’impresa sembra impossibile.

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