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Iraq, le case dei cristiani marchiate dagli integralisti

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Per ogni epoca il suo marchio di infamia. In quella parte di Iraq ormai sotto il controllo dell’autoproclamatosi califfo al-Baghdadi non c’è posto per i cristiani (che lì vivono da sempre). E così sulle loro case, dalle quali fuggono per evitare la morte, compare una scritta che indica una dimora di infedeli. Gli integralisti scrivono Nun, cioè l’iniziale di Nassarah, Nazareno, il termine con cui il Corano indica i seguaci di Gesù di Nazareth. Per i cristiani iracheni non c’è pace né speranza di vivere nelle loro case di Mosul e dintorni, nel cosiddetto Stato islamico dell’Iraq e del Levante. L’unica salvezza sarebbe la conversione all’Islam, inaccettabile per la totalità dei cristiani. Nella barbarie del fondamentalismo si è però aperta una voce di fratellanza. A denunciare per prima l’odio integralista è stata Dalia al-Aqidi, una giornalista musulmana. Che invita tutti ad adottare un motto di solidarietà verso i perseguitati: “Siamo tutti Nun”.


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