Le popolazioni di pesci, uccelli, mammiferi, anfibi e rettili sono diminuite del 52% dal 1970 a oggi. Il nuovo “Living Planet Report” del WWF sembra in realtà raccontare la storia di un pianeta che muore. Come ha sintetizzato Carter Roberts, presidente e CEO dell’organizzazione ambientalista, “stiamo gradualmente distruggendo la capacità innata del nostro pianeta di ospitare la vita, ma abbiamo le conoscenze giuste e gli strumenti per far sì che le peggiori previsioni non si avverino”. Secondo il WWF bisogna accelerare il cambiamento verso altri modi di produrre energia e verso i cibi ‘intelligenti’, consumare in modo responsabile e far contare finalmente il capitale ‘naturalistico’ nelle decisioni politiche e di sviluppo. L’alternativa è tristissima. L’ Endangered Species Coalition, ha stilato una classifica di animali e vegetali degli Stati Uniti a rischio di estinzione che le prossime generazioni potrebbero non vedere più. Ecco 5 specie a rischio:
Orso polare
Gli orsi polari dipendono interamente dal ghiaccio per pescare e un grosso adulto ha bisogno di almeno due chili di grasso di foca al giorno per mantenere il suo peso. Poichè il cambiamento climatico altera il loro habitat, sono costretti a muoversi nell’entroterra per farsi una tana, allevare i piccoli e nutrirsi.
Farfalla monarca
Le farfalle monarca sono totalmente dipendenti dall’euforbia per la sopravvivenza, ma l’ uso diffuso di pesticidi sta uccidendo l’euforbia in milioni di ettari del loro habitat estivo . I cambiamenti climatici e il disboscamento illegale nel loro rifugio invernale messicano mettono ulteriormente in pericolo la sopravvivenza di queste farfalle.
Grande squalo bianco
Lungo le coste della California e del Messico rimangono solo 350 squali bianchi adulti Cacciarli è illegale, ma centinaia di giovani squali ogni anno vengono catturati involontariamente nelle reti da pesca e muoiono. Sono i ipù grandi pesci predatori e sono importanti per mantenere l’equilibrio nell’ecosistema dell’Oceano.
Piccolo pipistrello bruno
I piccoli pipistrelli bruni sono in pericolo a causa della sindrome da naso bianco, malattia causta da un fungo mortale arrivato dall’Europa. Altri fattori di rischio sono un sistema immunitario indebolito dai pesticidi e gli umani che li disturbano nelle loro caverne.
Pino dalla corteccia bianca
Un tempo i pini dalla corteccia bianca ricoprivano le Montagne Rocciose, ma cambiamenti climaticci hanno permesso che infestazioni di coleotteri e malattie fungine distrugessero questi alberi. oltre 100 specie dipendono da questi pini come rifugio e cibo, e l’ombeggiatura fornita dai loro rami garntisce un giusto scioglimenti delle nevi durante l’estate.