Coltivava piante di marijuana alte più di un metro nella cucina della sua casa in Prati, a Roma e, finito in manette con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio, Stefano Dionisi – l’attore protagonista del film ”Farinelli – Voce regina” che nel 1994 gli ha valso il David di Donatello – processato ieri mattina – dopo una notte in carcere – per direttissima è stato condannato a 4 mesi di reclusione con il rito abbreviato. È quanto si legge sul Corriere della Sera.
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Dionisi, all’anagrafe Stefano Ciamponi, si è difeso sostenendo di fare uso di marijuana solo per motivi personali ma il pm Mario Pesci non gli ha creduto e ha chiesto appunto la condanna dell’attore. Dionisi, interprete tra gli altri di Luciano Liggio nella serie tv L’ultimo dei corleonesi, stava passeggiando sotto casa sua quando è successo tutto, domenica scorsa intorno alle 16 di pomeriggio. A insospettire i carabinieri l’atteggiamento dell’attore, si legge sempre sull’edizione online del Corriere della Sera: sguardo basso, aria circospetta, avvolto in un giubbotto. I 4 miliari hanno quindi domandato a Dionisi se avesse qualche problema e lui, visibilmente confuso, ha consegnato spontaneamente 18 grammi di marjuana.
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I carabinieri, quindi, hanno provveduto a perquisire l’abitazione di Dionisi. All’interno i militari hanno scoperto due mini serre in cucina e non hanno potuto far altro che arrestarlo. Lui, che è sposato con la produttrice tv Elena Cara, non ha apposto resistenza. Protagonista di numerosi film e fiction, nel 2011 l’attore ha vestito i panni del narcotrafficante Ivano Consanti nella serie tv ”La narcotici” e a settembre scorso è uscita la sua autobiografia ”La barca dei folli”: 144 pagine in cui ha raccontato la sua esperienza con la malattia mentale, tra ricoveri coatti e terapie di gruppo.
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