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Una musicista 30enne trovata morta in una camera d’albergo a Milano, è giallo. Ma un giallo segreto, ecco perché non ne parla nessuno

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La storia che stiamo per raccontarvi di sicuro non l’avete mai sentita perché, e questo è un mistero, non è mai uscita sui giornali e ora è finita tra i fascicoli archiviati nella procura di Milano. Ed è una storia choc, tra l’altro, che oggi rende nota LiberoQuotidiano in un pezzo a firma di Salvatore Garzillo. Storia choc perché c’è una mamma distrutta che dopo 2 anni deve ancora capire cosa ci facessero 124 ovuli di eroina nello stomaco di sua figlia 30enne, trovata morta in un albergo milanese.

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Succede a novembre 2014 e se, come detto, la procura di Milano l’ha archiviata, la Dea (Drug Enforcement Administation) sta ancora indagando per riuscire a incastrare gli uomini che reclutano ovulatori per portare la droga dalla Costa Rica nel nostro paese passando per gli Usa. La 30enne trovata morta a Milano è una musicista diplomata al conservatorio, non ha precedenti ma in passato è finita nel tunnel della tossicodipendenza. Un suo amico toscano che da anni vive in Costa Rica le propone un lavoretto facile e ben pagato: portare eroina in Canada, tornare al punto di partenza per ricaricarsi di cocaina e andare in Italia. Per circa 2mila euro.

Accetta e parte da Milano per New York il 16 novembre. Arriva a San José, la capitale della Costa Rica, incontra il suo contatto e quando è tutto pronto e lei è ben addestrata – per mesi ha allenato la trachea ingoiando grossi pezzi di carota e anche preso 5 kg per apparire più in salute e non destare sospetti – parte carica di eroina per Los Angeles, poi raggiunge Vancouver, in Canada, dove avrebbe dovuto consegnare il carico, restare fino al 26 per poi tornare alla base e da lì partire alla volta dell’Italia.

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Qualcosa, però, in Canada va storto. Le autorità sospettano del suo itinerario di volo e, convinte che si tratti di un corriere, la fermano. La trattengono in cella per una notte e la mattina dopo la mettono su un aereo diretto in Europa. La ragazza si sente persa, capisce di essere sola ma l’ultimo messaggio inviato al suo contatto in Costa Rica la dice lunga sulla sua professionalità: ”Se andassi in Italia per non sprecare?”, gli scrive riferendosi agli ovuli.

Il 23 novembre arriva ad Amsterdam e poche ore dopo arriva nella camera d’albergo vicino alla stazione di Milano dove è stata trovata morta. Lì chiama sua madre per tranquillizzarla, ma non sta bene: ha superato il tempo consentito per il trasporto di tutta quella droga. Riesca e espellere 26 ovuli ma non ce la fa. I carabinieri trovano lei cadavere, 26 ovuli e un foglietto con la lista della spesa per confezionare le dosi. Poi il medico legale che ha eseguito l’autopsia gliene trova altri 98 nello stomaco. Un totale di un chilo di eroina. 

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