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Guardate bene questa ragazza: 19 anni, sorriso smagliante e occhi lucidi per l’emozione. La foto è stata scattata pochi secondi dopo aver vinto la sua prima medaglia olimpica e sta facendo il giro del web. Il motivo? Eccolo

  • Storie

 

Lo sport sa regalare favole veramente incredibili. E questa è meravigliosa. A 19 anni ha vinto la medaglia d’argento nei 100 metri di dorso femminile alle Olimpiadi di Rio de Janeiro. Ma questa non è l’unica vittoria dell’americana Kathleen Baker: la giovane è riuscita a raggiungere lo straordinario risultato nonostante la lunga battaglia, iniziata all’età di 14 anni, contro il morbo di Crohn, una malattia infiammatoria cronica dell’intestino che può colpire qualsiasi parte del tratto gastrointestinale.

Il morbo causa una vasta gamma di sintomi, dalla perdita di peso ai forti dolori addominali.

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La sua storia la riprendono tutti i principali giornali del settore. Nonostante tutte le difficoltà e la sofferenza, la Baker ha continuato a prepararsi e ad allenarsi costantemente per arrivare a realizzare il suo sogno: “Spero che la mia vittoria possa essere d’ispirazione a tanti”, ha detto al termine della competizione. Per una ragazza che sogna di gareggiare alle Olimpiadi e che ha rinunciato a tutti i “lussi” dell’infanzia e della prima giovinezza, tra cui le vacanze con gli amici o i pomeriggi pigri sul divano, per allenarsi, scoprire di essere affetta dal morbo di Crohn è stato uno shock. Un duro colpo, superato solo grazie ad una forza di volontà senza pari. “Ho avuto la mia bella dose di avversità – ha spiegato la giovane al giornale Charlotte Observer dopo la vittoria -. Penso che ciò che mi è successo mi abbia spinta ad apprezzare lo sport ancora di più, a causa della consapevolezza del fatto che avrei potuto perderlo. Amo nuotare più di ogni altra cosa al mondo e avere la possibilità di farlo alle Olimpiadi è una sensazione incredibile. Spero di aver ispirato un po’ di persone oggi”. “Ho pregato tanto per questo – ha aggiunto -. Credo che sia la cosa che mi ha portato fin qui. Non ho mai rinunciato ai miei sogni e spero che altri facciano lo stesso”.

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Il New York Times, in vista delle Olimpiadi, aveva ricostruito la sua storia: dalla scoperta della malattia agli anni difficili vissuti tra scuola e allenamenti ridotti all’osso, alle prese con le medicine, con i dolori e la perdita di peso. Parlando per la prima volta del morbo, la Baker disse: “Ho trovato dei dottori che non mi dicono solo: ‘Tu sei Kathleen, quella con il morbo di Crohn’. Ho bisogno di essere identificata come ‘Kathleen, la nuotatrice con il morbo di Crohn'”. Per andare a Rio non si è preoccupata eccessivamente: ha messo in una valigia tutti i suoi medicinali per le emergenze ed è partita. Grazie al sostegno della famiglia e al suo coraggio, la giovane non ha mai smesso di credere nel suo sogno: “Ci sono state volte in cui ho pensato di non farcela. Ma poi mi dicevo: ‘Starò meglio e nuoterò bene'”. Un desiderio che si è avverato, nel miglior modo possibile.

 

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