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Lutto nello sport italiano. Campione azzurro, battuto dal cancro a 40 anni. Lascia moglie e un figlio piccolo

  • Sport

Lutto nello sport, l’atleta muore dopo la dura lotta contro la malattia. Il suo nome è tra quelli dei migliori atleti azzurri di salto in alto. Alessandro Talotti combatteva già da diverso contro il tumore che lo aveva colpito e spesso ha avuto modo di raccontare la sua battaglia personale contro la terribile malattia. In sua memoria, il messaggio commosso della moglie e una foto di lei in dolce attesa del loro frutto d’amore.

Due date significative nella carriera dell’atleta udinese di 40 anni, quella delle Olimpiadi di Atene disputata nel 2004 e quelle di Pechino del 2008. Talotti si qualifica con un primato indoor 2 e 32, già reduce nel 2002 aveva di un quarto posto agli Europei. Al suo fianco la moglie Silvia Stibilj, campionessa di pattinaggio a rotelle. E dal frutto di questo amore è nato Elio.


“Buonanotte Angelo mio! Grazie per tutte le cose spettacolari che abbiamo vissuto assieme… grazie per il dono più grande che mi hai lasciato… grazie per esser stato semplicemente te stesso! TI AMO ORA E PER SEMPRE”, con queste parole la campionessa, moglie dell’atleta decide di salutare pubblicamente il suo grande amore. A corredo del post su Instagram, la foto di lei in bianco e nero in dolce attesa.

Una battaglia terribile contro il cancro ha strappato la vita ad Alessandro, che muore portando con sè tutti quei sogni che poteva ancora realizzare ma che il tumore ha stroncato per sempre. Con parole commosse e piene di coraggio, con la sua ineguagliabile voglia di lottare contro quel male, Alessandro ha raccontato così la sua vicenda personale durante un’intervista rilasciata per Il Corriere della Sera.

“I medici mi chiedevano ogni volta se me la sentivo di affrontare un nuovo ciclo di chemio, io rispondevo di sì.  Se la tua vita è stata superare un’asticella a due metri e venti, il tuo corpo diventa così sensibile da percepire e amplificare anche il minimo fastidio. Il lavoro che il saltatore fa su se stesso è annullare quel dolore, risparmiare le forze e trovare segnali positivi in altre parti del corpo sottraendo energia alla negatività. Non ho mai mollato, ho superato anche gli incubi prima di entrare in sala terapie, uguali a quelli irrazionali che ti vengono di fronte a un’asticella troppo alta e ti paralizzano”.

Morti sul colpo. L’impatto frontale e l’auto finisce nel canale: Alberto e Deni avevano 23 e 18 anni

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