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“Se n’è andato così”. Gianluca Vialli, l’ultima rivelazione nel giorno del funerale a Cremona

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Gianluca Vialli funerale

Gianluca Vialli, ieri l’addio della sua Cremona. Una cerimonia senza feretro, le esequie ufficiali si sono svolte in forma privata a Londra per volontà della famiglia, che ha visto la presenza di centinaia di persone. Un dolore sordo e tangibile come, il giorno dopo la scomparsa del campione nel giorno dell’epifania, era stato percepito nella parole del commissario tecnico della Nazionale Roberto Mancini. “Non sono stato benissimo perché è una grande perdita per me, per la sua famiglia prima di tutto, e per tutto il calcio italiano. È un momento abbastanza difficile ma bisogna andare avanti”.


“Sono stato a Londra a salutarlo, speravo che accadesse un miracolo, sinceramente. Abbiamo parlato e scherzato. Lui era sempre di buon umore, come al solito e questo un po’ ti risolleva. Mi ha fatto piacere vedere che era di buon umore in quel momento. Abbiamo vissuto quasi tutta la nostra vita assieme, il nostro legame era stretto”.

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“Un legame che possono avere due fratelli, due persone che ad un certo punto della vita si sono separate calcisticamente, ma quando si è amici, lo si è per sempre. Luca per me era questo, il nostro rapporto è sempre stato di grande rispetto, affetto, amore, amicizia”, ha proseguito il tecnico azzurro. Ieri Roberto Mancini non c’era, come non c’erano i genitori di Vialli provati dal dolore.

Gianluca Vialli funerale


Tra i banchi i fratelli, gli amici e tanti ex compagni di squadra. Roberto Bettega, Angelo Peruzzi, Ciro Ferrara, Alessio Tacchinardi, Gianluca Pessotto, Moreno Torricelli, Gianluca Pagliuca, Chicco Evani, Attilio Lombardo, Fabrizio Ravanelli, Marco Branca, Fausto Salsano, Michele Padovano e Pietro Vierchowod. Volti e nomi con i quali Vialli ha scritto la sua storia calcistica.

Gianluca Vialli funerale


Ognuno ha portato dentro di sé un pensiero, un ricordo. Tutto idealmente era raccolto ai piedi dell’altare dove sono state posizionate le cinque maglie della sua vita. Quella della Cremonese nella quale mosse i primi passi, della Sampdoria che lo rese grande, della Juventus con la quale vinse la Coppa dei Campioni, del Chelsea che poi lo volle anche come allenatore e della Nazionale, il primo e l’ultimo grande amore. Commosso il ricordo del vescovo di Cremona, Antonio Napolioni: “Dalla qualità dei nostri pensieri su Vialli – ha detto – brilla la qualità di un uomo che è stato grande in vita e anche nella morte. Ha saputo giocare con il sorriso anche la partita dell’esistenza oltre a quella sul campo. Ha scelto la vita e non il male, non si è fatto annichilire dalla malattia. Siamo qui per dirti grazie Gianluca”.

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