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“Il Padre Nostro è sbagliato”. Papa Francesco svela l’errore nella preghiera più recitata della storia. Ecco la frase che andrebbe riscritta

“Non indurci in tentazione ma liberaci dal male”. Il passo è forse uno dei più famosi della storia della letteratura, come del resto lo è l’intero testo, il Padre Nostro, la preghiera più nota del Cristianesimo. Le parole, ripetute per secoli da miliardi di voci sparse in ogni angolo del mondo, sono le stesse che, secondo quanto scritto da Luca nel suo Vangelo, furono insegnate da Gesù stesso ai suoi discepoli. Parliamo di un caposaldo della religione cristiana, uno di quei testi ritenuti intoccabili. Eppure, a duemila e più anni di distanza, la versione italiana suscita ancora non poche controversie tra teologi e ministri del culto. Papa Francesco è stato l’ultimo a intervenire sulla questione relativa al passo controverso in cui, stando alla nostra traduzione, Dio ci indurrebbe in tentazione. Sembra quasi che per secoli i fedeli abbiano rivolto la loro preghiera all’altissimo supplicandolo di non metterli alla prova. Al riguardo Bergoglio, durante la settima puntata del programma “Padre Nostro” condotto da don Marco Pozza su Tv2000, è stato piuttosto chiaro. Il Pontefice ha, infatti, sottolineato come la traduzione italiana della preghiera sia assolutamente fuorviante. (Continua dopo la foto)


Dio, ha chiarito Francesco, non induce in tentazione, tutt’al più siamo noi che vi cadiamo, attratti dalle lusinghe di Satana. La posizione del Papa non ammette repliche e il messaggio è inequivocabile: alla stregua dei francesi, anche gli italiani dovrebbero correggere la versione del Padre Nostro. Chi induce in tentazione è il maligno, non certo il Padre luminoso che, al contrario, tende la mano per aiutare a rialzarsi. Nelle ultime settimane si era già dibattuto a livello internazionale in merito alla controversia. In Francia, infatti, dopo anni di discussioni animate, lo scorso 3 dicembre è stato dato il definitivo addio alla vecchia formula della preghiera. La nuova versione francese non include più il passaggio “ne nous soumets pas à la tentation” – ‘non sottometterci alla tentazione’ -, che è stato sostituito con una versione ritenuta più corretta: “ne nous laisse pas entrer en tentation”, ‘non lasciarci entrare in tentazione’. (Continua dopo le foto)
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Papa Francesco, durante la trasmissione televisiva, ha indicato una variazione molto simile, proponendo la formula “non mi lasci cadere nella tentazione”. Sembra dunque che il Pontefice concordi con il pensiero del vescovo di Grenoble, monsignor Guy de Kerimel, secondo cui la prima formula – “non sottometterci” – ha fatto credere a generazioni di fedeli che Dio potesse tendere in qualche modo una sorta di tranello: chiedendo loro di compiere il bene, li “sottometteva” alla tentazione del male. Dio non è ingannatore ma liberatore di uomini e nella preghiera che più di tutte è rappresentativa della sua Chiesa non può esserci confusione.

“Aiuto, fate attenzione!”. Paura per papa Francesco in Bangladesh. Mentre il Pontefice faceva il giro in papamobile tra la folla, le telecamere di Tv 2000 hanno colto l’immagine che ha fatto il giro del mondo

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