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L’annuncio shock: «Il mondo sta perdendo la battaglia contro l’Ebola»

Le parole poco confortanti sono di Jeanne Lui, presidente di Medici senza frontiere, secondo il quale il mondo sta facendo poco contro il virus dell’Ebola che flagella, per ora, l’Africa occidentale. «In sei mesi è stata la peggiore epidemia nella storia, il mondo sta perdendo la battaglia per contenerla» nel senso che «i leader non riescono a bloccare questa minaccia transnazionale». Eppure, secondo il numero uno di Msf, l’Organizzazione mondiale della sanità, già lo scorso 8 agosto, aveva avvertito della pericolosità dell’epidemia che rappresenta una «emergenza di salute pubblica mondiale», ma senza che governi e istituzioni sovranazionali reagissero di conseguenza. Di qui l’invito alla comunità internazionale affinché finanzi un maggior numero di ospedali di campagna, invii personale medico qualificato e dispieghi dei laboratori mobili in Guinea, Sierra Leone, Liberia. Nella sola Liberia, spiega Msf, occorrono altri 800 posti letto, non certo un numero elevato, ma non alla portata del paese africano. Finora il virus ha causato 1.552 morti su 3.069 casi confermati: 694 in Liberia, 430 in Guinea, 422 in Sierra Leone e 6 in Nigeria, secondo l’ultimo bilancio dell’Oms dello scorso 26 agosto, mentre un primo caso è stato è stato inoltre confermato in Senegal. Al ritmo attuale di contagio, saranno necessari da 6 a 9 mesi e almeno 490 milioni di dollari (373 milioni di euro) per riuscire a contenere l’epidemia, che secondo l’Oms rischia di colpire 20mila persone.


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