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Coronavirus, ecco la distanza di sicurezza da rispettare per evitare il contagio

Si parla ancora di coronavirus. Oggi è giorno di analisi dopo che ieri, al termine di una giornata di riflessione e di discussioni, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha varato il nuovo decreto che stabilisce le regole, Regione per Regione, per affrontare l’emergenza Coronavirus. Oltre a confermare lo stop alle lezioni in asili, scuole e università in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Friuli-Venezia Giulia e nelle Province di Pesaro-Urbino e Savona (in Liguria, Savona a parte, si riprende mercoledì; in Piemonte si deciderà il da farsi tra domani e dopodomani: qui un pezzo che spiega nel dettaglio la situazione), il decreto introduce un nuovo criterio fondamentale: la “distanza di sicurezza” di un metro.

Tutti i musei, istituti e luoghi di cultura sono aperti al pubblico, ma devono “assicurare modalità di fruizione contingentata”, ovvero evitare “assembramenti” e comunque fare sì che i visitatori rispettino la distanza di almeno un metro. Questa misura di sicurezza è legata al termine “droplet”: una parola inglese, il cui significato si può tradurre letteralmente con “gocciolina”. (Continua a leggere dopo la foto)


Questo termine indica il criterio di tenersi alla giusta distanza affinché le “goccioline di saliva” che disperdiamo nell’aria — starnutendo e tossendo, ma anche soltanto parlando — non arrivino agli altri. Esattamente quel metro di distanza che viene richiesto per garantire gli standard di sicurezza e quindi per consentire di riaprire i luoghi attualmente chiusi per precauzione, dalle chiese ai bar. (Continua a leggere dopo la foto)

Il nuovo coronavirus Covid-19 ha provocato nel mondo oltre 3mila morti e contagiato quasi 89mila persone. Vi sono state infezioni in tutti i continenti, tranne l’Antartide, riporta la Cnn sul suo sito. Oggi la Cina ha diffuso un nuovo bilancio con 2912 decessi e 80.026 casi. (Continua a leggere dopo la foto)

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La Francia ha deciso di “sospendere fino a nuovo ordine i viaggi scolastici all’estero e nelle zone identificate come ‘cluster’ nel territorio nazionale”. E’ quanto si legge sul sito del ministero dell’Istruzione francese che precisa che la misura rientra nel piano di risposta e prevenzione all’emergenza coronavirus deciso dal governo il 29 febbraio, riporta Le Figaro.

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