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Coronavirus, dimessi altri 11 pazienti trattati con la “cura Ascierto”. Di cosa si tratta

Finalmente iniziano ad arrivare buone notizia sul fronte coronavirus: altri 11 pazienti, risultati positivi al patogeno, sono stati dimessi dopo essere stati trattati con il Tocilizumab, il farmaco anti artrite della “cura Ascierto”, diventato protocollo dopo le prime sperimentazioni a Napoli e gli incoraggianti risultati ottenuti nella cura dei sintomi di Covid-19, ovvero contro la polmonite interstiziale virale causata dal virus. I pazienti erano tutti ricoverati nell’ospedale Cotugno di Napoli, centro di riferimento per le malattie infettive della Campania.

La “cura Ascierto” prevede la somministrazione del farmaco anti reumatico una sola volta. Attualmente in ospedale sono ricoverate 131 persone per Covid-19, tra queste 10 aspettano l’esito del tampone per l’eventuale conferma della positività al virus Sars-Cov-2. Nella Terapia Intensiva dell’ospedale Cotugno sono liberi 2 posti letto. (Continua a leggere dopo la foto)


Entro la fine della settimana saranno attivati ulteriori 24 posti letto, allestiti nella palazzina messa a nuovo. In totale saranno quindi 200 i posti letto destinati ai pazienti affetti da Covid-19, trasformando l’ospedale in struttura interamente dedicata alla malattia. La scorsa settimana c’era stato un precedente incremento dei posti di degenza: erano stati attivati 18 posti letto tra reparto ordinario e terapia sub intensiva. (Continua a leggere dopo la foto)

Di due giorni fa la notizia che erano stati dimessi altri 5 pazienti, anche loro trattati con il Tocilizumab nell’ospedale napoletano; un sesto, grazie al farmaco, non aveva avuto più bisogno di ventilazione meccanica ed era in stato di “divezzamento dall’ossigenoterapia”, ovvero nella fase di passaggio dalla respirazione artificiale a quella autonoma. (Continua a leggere dopo la foto)

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Il farmaco che viene usato nelle rianimazioni per contrastare il coronavirus, oggetto anche di una sperimentazione coordinata da Aifa, nel nostro Paese da alcuni giorni scarseggia. Così la Cina ha messo a disposizione 3mila fiale, che sono state suddivise tra le varie Regioni a seconda della necessità delle terapie intensive. In Lombardia, infatti, arriveranno oltre un terzo delle scorte.

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