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“La malattia di Daniele Bossari è questa…”. Dall’inizio del Grande Fratello Vip si è iniziato a parlare del morbo celiaco di cui soffre il conduttore. Ma di cosa si tratta esattamente? I dettagli di un fastidio molto più diffuso di quello che pensiamo

 

In questi ultimi mesi si è tornati a parlare di celichia. Infatti, grazie al Grande Fratello Vip si stanno diffondendo sempre di più le informazioni su questa malattia che riguarda molto da vicino l’alimentazione. Nella casa infatti tra gli inquilini c’è Daniele Bossari che appunto soffre di questo problema. Ma di che si tratta esattamente? E perché se il conduttore se mangia cibi contenenti glutine sta subito male? Sebbene da un po’ di anni se ne parli, sull’argomento c’è grande confusione. In modo molto semplice (e senza pretese mediche) vediamo di che cosa si tratta. Si chiama morbo celiaco, o celiachia, un disturbo del sistema digestivo dovuto all’intolleranza al glutine, una sostanza contenuta nel grano, nella segale, nell’orzo e nell’avena, e di conseguenza in alimenti comuni come la pasta e il pane. In pratica è una reazione immunitaria alla proteina chiamata glutine. Si tratta di una malattia autoimmune dell’intestino tenue che si può verificare a tutte le età, in persone geneticamente predisposte. La presenza di glutine nell’alimentazione scatena una risposta immunitaria nell’intestino. Progressivamente, questa reazione provoca un’infiammazione che danneggia il rivestimento dell’intestino tenue (atrofia dei villi) e impedisce l’assorbimento di alcuni nutrienti (malassorbimento). Nelle persone affette dalla malattia il glutine provoca un’alterazione della mucosa intestinale, che quindi non è più in grado di assorbire alcuni elementi nutritivi necessari all’organismo, soprattutto i grassi. (continua dopo la foto)



Il risultato è un vistoso deperimento fisico, fragilità delle ossa e, nel bambino, l’arresto della crescita. Si tratta di una malattia che può insorgere a tutte le età ma soprattutto nel corso dello svezzamento. In Italia un bambino ogni 200 nati ne è affetto. L’unica soluzione è la dieta. Sulla causa si possono attualmente solo fare delle ipotesi, come la mancanza di un enzima digestivo o lo scatenarsi di una reazione immunitaria alla presenza del glutine. Né ci sono per il momento farmaci specifici: l’unica cura possibile è la modificazione (perenne, perché il morbo è cronico) della dieta, che deve escludere il glutine. In linea di massima, le cause della celiachia sono riconducibili a fattori ambientali e genetici. I primi sono riferiti alla presenza del glutine, mentre alcune modifiche genetiche (mutazioni) sembrano alzare il rischio di sviluppare la malattia. Tuttavia, la presenza di quelle mutazioni genetiche non indica uno sviluppo certo della malattia. (continua dopo le foto)


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A seconda delle persone, la celiachia si manifesta dopo una gravidanza, un parto, un intervento chirurgico, un infezione virale o uno stress emotivo importante. L’unico trattamento per la gestione della malattia celiaca è la dieta priva di glutine. È quindi necessario eliminare dalla propria alimentazione: Grano, Orzo, Bulgur (grano spezzato, è un alimento costituito da frumento integrale, grano duro germogliato, che viene sottoposto ad un particolare processo di lavorazione), Semola, Farina, Farina di Graham, Malto, Segale, Semolino, Farro, Triticale (un ibrido artificiale tra la segale e il grano duro o altre varietà del genere Triticum). In genere, entro alcune settimane di alimentazione senza glutine, l’infiammazione all’intestino tenue tende a regredire. La guarigione completa e la ricrescita dei villi può comunque richiedere da diversi mesi a diversi anni. Nei bambini il processo di guarigione tende ad essere più rapido rispetto agli adulti. Nei soggetti celiaci, l’assunzione accidentale di glutine può procurare diarrea e dolore addominale. Può anche verificarsi che dopo aver mangiato alimenti contenenti il glutine non si presentino sintomi evidenti, tuttavia, anche le sole tracce possono essere dannose. Esistono anche cibi privi di glutine che vengono forniti gratuitamente dal sistema sanitario nazionale.

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