“Non ci sarebbe stato nessun punk rock senza i Ramones e non ci sarebbero stati i Ramones senza Monte A. Melnick”. Chissà se è davvero così, di sicuro Melnick ha tantissimo da raccontare. È stato ufficialmente il tour manager, in pratica il tuttofare, di Joey, Dee Dee, Johnny e Tommy, dal primo all’ultimo concerto. Ora che i componenti originari della band sono morti ha messo in un libro quei ventidue anni, 1974 – 1996, passati senza prendere il respiro, duemiladuecento volte su e giù da un palco. Sulla strada con i Ramones (Settegiorni Editore), presentato in questi giorni all’Home festival di Treviso, è un “dietro le quinte” nel senso più autentico, raccoglie aneddoti e testimonianze, chiede giustizia per la band che oggi viene ritenuta tra le più influenti della storia del punk, ma quando suonava non ebbe la considerazione che meritava: “Per molta gente i Ramones erano una barzelletta: ‘È la band dei fumetti?’. I Sex Pistols dicevano ‘Anarchy in the UK’ e facevano sul serio, i Ramones invece scherzavano sui nazi e sullo sniffare colla. Era una cosa divertente e spensierata. Radio e compagnie discografiche, però, non riuscivano a separare i due aspetti”.