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“Ma è lui, è una vergogna”. Il cantante finisce nella bufera a Milano: “Rispetto zero”

  • Musica
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Negli ultimi anni si è imposto sulla scena rap italiana. Nato ad Olbia 37 anni fa Maurizio Pisciottu ha voluto utilizzare il nome d’arte di Salmo, soprannome che deriva da Salmonlebon che, a sua volta, ricorda il nome di Simon Le Bon. Il suo non è un vero e proprio tributo, semplicemente gli piaceva il nome Salmo e se lo è scelto. Di sicuro la provocazione non gli difetta, come quando poco tempo fa decise di organizzare un concerto senza alcun accorgimento anti-contagio per protestare contro le chiusure.

Una trovata che gli è valsa parecchie critiche, anche se qualcuno, come Francesco De Gregori, ha approvato la sua decisione. In ogni caso recentemente Salmo è riuscito a trovare un altro motivo per finire nel calderone delle polemiche. Il rapper e produttore discografico ha infatti deciso di lanciare il suo ultimo album, dal titolo “Flop”, con una originale pubblicità che ha provocato reazioni di sdegno. Andiamo a vedere di cosa si tratta.

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Nella stazione centrale di Milano si trova un’installazione con un manichino con le sembianze di Salmo. Il manichino è stato investito da un’automobile con la scritta Spotify, la piattaforma dove è possibile acquistare canzoni e album in formato digitale. Ebbene questa trovata, usata per lanciare l’ultimo album, ha provocato forti critiche al cantautore da parte dell’Aivis, l’Associazione Italiana Vittime e Infortuni della Strada.

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Queste le parole di Manuela Barbarossa, presidente dell’Aivis: “Ci dispiace, che per lanciare un prodotto come una canzone o qualsiasi altra cosa si utilizzino strumenti di questo genere. Si sta passando quel limite che non andrebbe mai passato, cioè di usare strumentalmente tutto. Purtroppo, ci hanno ormai abituati a utilizzare qualsiasi cosa, dal corpo alla dignità, tutto messo sotto forma di spettacolo. Si è sdoganata questa ‘deriva esistenziale’, così la definirei, e forse non ci si rende fino in fondo conto di quello che porta questa direzione”.

La critica rivolta a Salmo si conclude così: “Tutto è diventato strumentalizzabile, tutto è merce di scambio. Dispiace perché vuol dire non riflettere fino in fondo su quello che si sta facendo. Stiamo normalizzando l’anormale. Non mi sembra neppure di cattivo gusto, rientra in questa mentalità sdoganata socialmente. Salmo, come tanti altri, riducono tutto a merce. Di certo non è encomiabile da parte sua. Lui che vorrebbero distinguersi, in realtà rientra a pieno titolo nella massa”. Chissà se il rapper deciderà di rispondere…

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