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Sbanda e finisce contro un camion: Stefano muore sul colpo a 36 anni. Un ferito grave

  • Italia
Stefano Favaro, morto nello schianto frontale con un camion

Ha perso il controllo del suo van, ha sbandati e ha invaso la corsia di marcia opposta. Proprio in quel frangente stava sopraggiungendo un camion e l’impatto frontale è stato impossibile da evitare. Un impatto violentissimo, nel quale ha perso la vita l’uomo alla guida del van, Stefano Favaro, 36enne di Castelfranco Veneto (Treviso). In gravi condizioni riversa anche il conducente dell’altra vettura, un 34enne che è stato portato via in elisoccorso.

Il drammatico incidente ha avuto luogo ieri, intorno alle 19, lungo la Valsugana all’altezza dello svincolo di Barco di Levico in Trentino. Lo schianto frontale è stato improvviso e violento e Stefano Favaro ha perso il controllo del mezzo, forse per un malore o una distrazione. Nel luogo del frontale sono sopraggiunti i Vigili del Fuoco, l’ambulanza e anche l’elicottero del Suem. La strada è stata chiusa per consentire il soccorso delle vittime e la rimozione dei mezzi.

Stefano Favaro, morto nello schianto frontale con un camion


“Non c’e’ stata volta in cui non ti abbia incrociato al bar senza che mi chiedessi: Nick, cosa bevi? -scrive sulla sua pagina Facebook il giornalista trevigiano Nicola Endimioni che ben conosceva Stefano Favaro- E se contraccambiavo con un giro, tu offrivi sempre il terzo. Generoso, gentile e cortese. Caro Stefano, non accetto l’idea che tu non ci sia più. La vita ti aveva già messo alla prova, e avevi stravinto perché possedevi la capacità di togliere qualsiasi imbarazzo. Mi sembra impossibile che non ci incroceremo più. Mi dovevi tante rivincite a scopone scientifico, e io ti dovevo più di qualche birra”.

Stefano Favaro, morto nello schianto frontale con un camion

“Ragazzo leale come pochi, deciso quando serviva, e in momenti delicati risoluto con uno sguardo. E quando due amici delle tue compagnie litigavano, con discrezione unica placavi animi e mettevi pace. Caro Stefano, pregi e qualità uniche, a volte troppo buono. Cosi’ buono da assecondare anche chi avrebbe meritato solo un calcio in culo. Sono orgoglioso di averti conosciuto, affranto di non aver avuto il tempo di apprezzarti per quanto avresti davvero meritato. Perché avevi un dono speciale nella tua semplicita’: saper volare sopra la mediocrita’ e i problemi. Lezione che mi tengo stretta. Ciao Ste!”.

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