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“La faccio a piccoli pezzi…”. Saman Abbas, il piano choc della famiglia. In una riunione i particolari inquietanti

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Saman Abbas

Da luglio sono ancora sospese le ricerche di Saman Abbas, la 18enne pachistana scomparsa dopo aver rifiutato un matrimonio combinato. Della giovane non si hanno più notizie dal 30 aprile scorso e i controlli sono durati oltre due mesi nell’area dell’azienda agricola di Novellara, dove abitavano e lavoravano i suoi genitori, ma del corpo della giovane ancora nessuna traccia.

Proseguono le indagini dei carabinieri del nucleo investigativo di Reggio Emilia e della compagnia di Guastalla, coordinati dalla Procura reggiana. Si cercano informazioni per ritrovare il corpo della ragazza e catturare le persone, ritenute responsabili dell’omicidio e dell’occultamento del cadavere. In più di tre mesi di ricerche sono stati impiegati in tutto cinquecento carabinieri, unità cinofile, anche della polizia tedesca e di un’associazione volontaria svizzera, elicotteri, le unità della forestale dell’arma, vigili del fuoco e polizia provinciale, oltre all’uso di geoscanner, elettro-magnetometri e droni.


In queste ore sono emersi dettagli inquietanti su quello che potrebbe essere accaduto a Saman Abbas. “Ha detto: ‘Io faccio piccoli pezzi e se volete porto anch’io a Guastalla, buttiamo là, perché così non va bene’”, avrebbe detto lo zio riunione Danish Hasnain e un altro parente durante una riunione in cui sarebbe parlato delle modalità con cui far sparire il cadavere della ragazza, smembrandolo. Il particolare emerge dall’incidente probatorio del fratello minore di Saman, scomparsa proprio quella sera, e citato nell’ordinanza del Tribunale del Riesame di Bologna che ha confermato il carcere per il cugino, Ikram Ijaz, unico arrestato.

A riferire la frase pronunciata da uno dei partecipanti alla riunione è stato il fratello di Saman. Nell’ordinanza si legge che il movente affonda in una “temibile sinergia tra i precetti religiosi e i dettami della tradizione locali (che arrivano a vincolare i membri del clan ad una rozza, cieca e assolutamente acritica osservanza pure della direttiva del femminicidio)”. Il corpo della ragazza è stato cercato a lungo con ogni mezzo ma ancora non è stato ritrovato.

Secondo la ricostruzione Ijaz, partecipò alla fase preparatoria dell’omicidio, scavando la buca dove avrebbero seppellito la nipote Saman. Poi la notte tra il 30 e il primo maggio arrivò a casa degli Abbas insieme all’autore materiale dell’omicidio, Danish Hasnain, con l’altro cugino Nomanhulaq Nomanhulaq. Secondo il tribunale del Riesame che ha respinto il suo ricorso, “l’ipotesi più probabile e qualificata è che” i due cugini “abbiano anche partecipato alla materiale esecuzione dell’omicidio”, dando man forte a Danish Hasnain.

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