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Il papa come don Mazzi critica la Chiesa di Bertone

  • Italia

Certo papa Francesco non poteva usare parole dirette come invece ha fatto don Antonio Mazzi (“Il cardinal Bertone? Un ricco schifoso”, aveva detto il fondatore di Exodus). Ma le dichiarazioni fatte durante gli auguri natalizi – ieri nella sala Clementina davanti a cardinali, vescovi e monsignori che costituiscono la struttura di governo della Santa Sede – non sembrano casuali. E dimostrano che nemmeno al pontefice deve essere andata giù la festa che l’ex sottosegretario di Stato ha organizzato per i suoi 80 anni né il trasloco nell’appartamento di lusso. 

Presentando il “catalogo” delle patologie che imperversano nei sacri palazzi, ci sono riferimenti che sembrano riferirsi a fatti di cronaca. Come quando il Papa, parlando della sindrome “dell’accumulare”, cita i traslochi, a pochi giorni di distanza da quello compiuto da Bertone, il quale ha preso possesso del contestato superattico di Palazzo San Carlo. “Ricordo il trasloco di un giovane gesuita – ha raccontato Bergoglio con un aneddoto – che mentre caricava su di un camion i suoi tanti averi: bagagli, libri e tanti oggetti, si sentì dire, con un saggio sorriso, da un vecchio gesuita che lo stava ad osservare: questa sarebbe la cavalleria leggera della Chiesa?”. Ma oltre al possesso c’è il potere: è la malattia “del profitto mondano”, che colpisce i curiali “esibizionisti”, quelli “capaci di calunniare, diffamare e discreditare gli altri persino sui giornali, naturalmente per esibirsi e mostrarsi più capaci”. 

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