I retroscena di quel momento terribile, quando ha scoperto che gli elettori gli avevano voltato le spalle e che la sua esperienza al governo era giunta di colpo al termine. E la consapevolezza di avere accanto una donna, una grande donna, sulla quale fare sempre affidamento. A raccontare sulle pagine di Libero il day after delle consultazioni referendarie è Melania Rizzoli che concentra le sue attenzioni proprio sulla first lady uscente: “Agnese era lì, nel salone di Palazzo Chigi, a tre passi di distanza dal marito premier sconfitto, mentre lui annunciava le sue dimissioni irrevocabili dalla guida del governo nella sua tragica notte del referendum. Agnese era lì, in piedi, dignitosa, composta e silenziosa, con le mani raccolte, vestita non con i pizzi di Scervino delle grandi occasioni ma in pantaloni neri e maglione chiaro a collo alto, come quando si sta in famiglia in inverno, lontano dagli impegni ufficiali, e come pronta a prendere per mano il marito e riportarlo a casa tra il calore degli affetti veri”. (Continua a leggere dopo la foto)
Una donna forte e una moglie fedele, “le uniche destinate a stare vicino ai mariti nei momenti peggiori, di matrimonio, di vita o di malattia. Era lì senza un sorriso, senza espressione, ma quella sua presenza in piedi, in quel salone, parlava più di tanti discorsi, di tante battute e diceva: Io sono qui, ti sono vicina come sempre, ti aspetto, quando avrai finito ti accompagno a casa dai nostri figli, che la cena è pronta”.
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“Schiena dritta, con lo sguardo fisso sul marito e con il dolore ben nascosto, con la delusione mascherata, senza isterie, senza drammi e soprattutto senza parole. Agnese era lì nel giorno della caduta, come nessuna moglie di premier aveva mai fatto fino ad oggi, né quella di Andreotti, di Craxi, di Ciampi, di Prodi, di Berlusconi, di Monti e di Letta, e come nessuna di loro ci ha messo la faccia, il corpo e il cuore a sostegno del marito che da rottamatore si è ritrovato rottamato”.