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Elena Ceste, il marito conosceva il suo amante. “E in questo modo ha deciso di farla fuori”

  • Italia

La ricostruzione effettuata dagli inquirenti è dramatica, ma molto chiara. Emerge una certa decisione di Michele. Perché si comprende che il rapporto tra i due era ormai “malato”, quell’equilibrio necessario ormai svanito. Nelle carte dei giudici che hanno disposto l’arresto non sembra esserci dubbio: la sera del 23 gennaio – il giorno prima che Elena Ceste svanisse nel nulla – suo marito, Michele Buoninconti, aveva deciso: il torto doveva essere condannato. In quelle ore Michele è in preda a una crisi di identità. Sa da tempo di essere tradito dalla moglie, ma ora deve addirittura misurarsi con uno spasimante che conosce. È un uomo della sua stessa provincia, è sposato, ha dei figli e una fama da playboy di provincia. Momenti in cui odio e smarrimento si alimentano a vicenda. Perché Michele ha letto i messaggi scambiati tra sua moglie e l’altro uomo. “Mi hai detto che ti senti sola, perché non mi rispondi, perché non ci vediamo al solito posto?”, scrive lui. Elena cede alle avance e i due si danno appuntamento in un grande supermercato della zona. Di lì al parcheggio. Michele ha letto tutto e, da uomo geloso e possessivo, non può che interpretare il tutto nel peggiore dei modi. Decide. Per il peggio.

(continua dopo la foto)


Siao ancora alla sera del 23, quando Michele ha una profondissima crisi d’identità e di orgoglio. Perché, sì, pensa soprattutto a se stesso: la sua immagine nel paese, di uomo e marito, è irrimediabilmente compromessa, proprio ora che pensava di essere riuscito a “raddrizzare” Elena, che si trattasse solo di una crisi coniugale destinata a passare via. E allora Michele, stando alle ipotesi dei giudici, decide di eseguire quella drammatica sentenza decisa da tempo.

La mattina successiva accompagna i figli a scuola, torna a casa, sorprende Elena in camera da letto o in bagno e la soffoca. Avvolge il cadavere in un telo, lo carica in auto, e lo va a nascondere nel canale del rio Mersa. Poi, un anno dopo il ritrovamento del corpo. Ma Michele era già indagato per omicidio e occultamento di cadavere. E ora raccontano che neanche dietro le sbarre lui perde la sua sicurezza e nonchalance. Il vigile del fuoco avrebbe persino rifiutato il patrocinio gratuito di un illustre penalista piemontese che si era offerto di aiutarlo. “Non ho i soldi per pagare questi signori”, aveva detto prima di essere arrestato. Aggiungendo una previsione: “Tanto so già come andrà a finire, mi arresteranno dopo le feste, in diretta tv e farò da capro espiatorio”. 

Elena Ceste “uccisa dal marito nel letto coniugale. Perché andava raddrizzata…”

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