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E così il Portogallo potrà svendere i suoi Mirò

La collezione di 85 opere di Joan Mirò di proprietà dello Stato portoghese, potrà essere venduta. Una nuova sentenza emessa lo scorso venerdì rovescia le sorti della raccolta e rimette così nelle mani del mercato un tesoro stimato attorno ai 36,4 milioni di euro. Il governo lusitano, avendo necessità di fare cassa, aveva affidato a Christie’s la collezione di quadri realizzati dall’artista catalano, del valore potenziale di 85-130 milioni, nella speranza di realizzarne almeno la metà per rimpinguare le casse dello stato. Le tele appartenevano al fallito (poi nazionalizzato e rivenduto) Banco Portugues de Negocios che ha lasciato un buco da 1,8 miliardi nei conti dello Stato. La decisione del governo, guidato da Pedro Passos Coelho, ha però indignato l’intero Paese che ha sollevato la propria voce tramite petizioni online e attraverso mozioni presentate dai partiti dell’opposizione fino ad ottenere l’annullamento dell’asta prevista a febbraio per “incertezze legali” e il conseguente blocco dell’esportazione ad aprile. Ora la decisione del giudice secondo cui la collezione non è più classificata “patrimonio culturale” del paese mette le opere in condizione di essere esportate, ma  di certo, inasprirà il dibattito sulla vendita delle opere d’arte per risanare i conti pubblici.

 


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