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“Cosa succede a Natale”. Rincari spesa, viaggi, pranzi e cene: brutta notizia per gli italiani

  • Economia
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Il Natale si avvicina e con esso anche il temuto innalzamento dei prezzi. In effetti, nell’era post-pandemia (sperando sia davvero passata), ogni materia prima è aumentata: ferro, legno, carburante. Così, i prezzi del primario si trasferisce, immancabilmente, sul cliente finale. E in tutto ciò c’è anche l’alimento o l’oggetto più comune del cenone. Che sia il pesce, la carne, il gas, la corrente e tutti i regali, quasi ogni cosa, probabilmente subirà un incremento di prezzo. Si parla di almeno 100 milioni di euro spesi in più rispetto al 2019 per il pranzo e la cena del 24-25.

Ovviamente non è stato conteggiato lo scorso 2020 caratterizzato dalla pandemia del Covid-19 che ci ha privato della compagnia di tanti parenti e amici durante le feste natalzie. Insomma, la grande felicità di passare finalmente un Natale in famiglia è contrastata dal temuto rincaro dei prezzi su qualunque cosa. Come si legge dal comunicato della Codacons: “Considerando anche la ristorazione e i costi per gli addobbi, si rischia di spendere almeno 1,3 miliardi in più. A pesare maggiormente è il rincaro delle materie prime, come farine, oli, burro, che potrebbero far scattare aumenti consistenti per vari prodotti tipici”.

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“Già solo per i panettoni si ipotizzano rincari del 10- 20%”. Ma non è finita, anche il caro benzina andrà ad incidere, non solo sugli spostamenti e viaggi degli italiani. E ancora: carne, pesce, salumi aumenteranno del 2,5% a Natale, pasta e pane costeranno il 10% in più, formaggi e uova il 2%. Più cari saranno anche vini e spumanti, che passeranno da 430 milioni a 436,5 milioni di euro.

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Un altro incremento riguarda la spesa per regali e addobbi di Natale. Un 5% circa a causa del maggior costo di trasporto. Il Codacons avverte: “Con il rincaro dei costi energetici che si trasferisce sui costi di produzione nella filiera agroalimentare. Il risultato è che, ad esempio, in una bottiglia di passata di pomodoro da 700 ml in vendita mediamente a 1,3 euro oltre la metà del valore (53%).

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È il margine della distribuzione commerciale con le promozioni, il 18% sono i costi di produzione industriali, il 10% è il costo della bottiglia, l’8% è il valore riconosciuto al pomodoro, il 6% ai trasporti, il 3% al tappo e all’etichetta e il 2% per la pubblicità”. Auguri, allora, per un costoso Natale.

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