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Panama Papers, nuove rivelazioni choc sullo scandalo mondiale che ha coinvolto i più ricchi e potenti (anche italiani) del pianeta. Ecco cosa sta succedendo

 

Da oggi, a partire dalle 2 del pomeriggio, grazie a un potente motore di ricerca, chiunque e in tutto il mondo potrà trovare nomi e indirizzi di tutti i quanti sono coinvolti nello scandalo dei Panama Papers. Operazioni compiute da 200mila tra persone, società, fondi comuni, fondazioni potenzialmente coinvolte nel processo di evasione in paradisi fiscali gestito dallo studio legale panamense Mossack Fonseca. Il Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi ha avuto tra le mani leaks e ha reso noto il motore di ricerca capace di scavare negli undici milioni di file delle società e degli individui che hanno cercato di evadere il fisco. Una vicenda raccontata in esclusva per l’Italia dall’Espresso.
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Da oggi, quindi, grazie al motore di ricerca “https://offshoreleaks.icij.org/” si potrnno cercare i nominativi di chiunque abbia tentato di frodare il fisco attraverso questo sistema: presidenti, direttori, azionisti di società coinvolte, nome e indirizzo anche di quelli per cui i proprietari sono ancora segreti, e le identità delle agenzie di mediazione che li hanno aiutati a creare conti esteri insieme alla Mossack Fonseca, lo studio legale panamense all’origine della fuga di notizie.

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Il tutto è arrivato dopo che l’anonimo whisteblower (con lo pseudonimo di John Doe) ha denunciato lo scandalo, chiedendo ulteriori protezioni per le rivelazioni che sta per fare, attraverso un comunicato stampa in cui spiega le motivazioni del suo gesto pubblicato sul Süddeutsche Zeitung e inviato anche al  Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi che dall’inizio sta collaborando sul caso con la storica testata tedesca.

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Nel comunicato intitolato “La rivoluzione sarà digitalizzata” il fantomatico John Doe spiega di “non aver mai lavorato per alcun governo o agenzie di intelligence (a differenza di Edward Snowden), né direttamente né come contractor” e di aver deciso di consegnare i documenti alla stampa perché “avevo capito la portata dell’ingiustizia (economico/fiscale) che celavano”. Inoltre afferma di aver voluto diffondere i documenti di Mossack Fonseca “perché ho pensato che i suoi fondatori, i dipendenti e i clienti debbano rispondere per i loro ruoli in questi crimini, di cui solo alcuni sono venuti alla luce finora”. L’obiettivo di John Doe è quindi che gli autori dei “crimini vengano consegnati alla giustizia e paghino per le loro colpe.
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