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“Death Stalker” e le minacce informatiche. La sicurezza nell’intrattenimento

Contenuto sponsorizzato – Aumenta il cyberspionaggio in Rete, ai danni delle piccole e delle medie imprese. La recente ricerca dell’azienda russa Kaspersky mette in luce l’ormai lunga attività di “Death Stalker”, gruppo mercenario specializzato in ransomware, furto di segreti aziendali e fughe di dati.

Un’attività perpetrata anche tramite social media e programmi di messaggistica, che mette dunque in luce la necessità di protezione dei dati personali di quegli utenti che scelgono il web per divertirsi.


Ma in che modo le aziende operanti nel settore dell’intrattenimento proteggono l’utente dai rischi della Rete?

Il primo campo d’interesse in questo senso è senza dubbio quello della tutela dei minori, sempre più interattivi rispetto all’uso dei device mobili.

Ecco dunque che vengono implementate dalle aziende le misure di “parental control”, come conferma anche la recente nascita di “Microsoft Family Safety”, un’app di monitoraggio delle attività dei bambini con lo smartphone, che può essere impostata dai genitori come una sorta di “registro”, con tanto di report settimanale.

Entrando poi nello specifico di un settore particolarmente amato dalle giovani generazioni, ovvero quello dei games e del videoludico, le società NetEase e Tencent, dietro iniziativa del governo cinese, stanno già sperimentando sistemi tecnologici per il controllo dei dati di accesso ai portali dedicati, capaci di riconoscere il documento di identità dell’utente e di verificarla, in secondo luogo, per mezzo del riconoscimento facciale.

Molti passi in avanti verso la protezione dell’utente si stanno facendo del resto nel campo del gioco d’azzardo, a partire dall’iniziativa di Will Mace, ex leader dell’innovazione di Kindred Group, il quale sta cercando di lanciare una nuova piattaforma collaborativa improntata sul “data science”, proprio per la tutela dei giocatori.

Un approccio condiviso anche dagli stessi operatori legali del settore: quando i casinò sono sicuri , infatti, questi riportano i numeri delle relative licenze nelle proprie pagine web, oltre a indicare con chiarezza le condizioni di gioco, payout e metodi di pagamento.

Del resto, anche all’interno dell’ampio panorama delle scommesse – comprese quelle sportive – i bookmaker affidabili si riconoscono in primis dalla presenza di autorizzazione (come quella di ADM, in Italia), con tanto di numero di concessione e logo riconoscibile, oltre che da altri fattori come la trasparenza e la presenza di un efficiente modulo di contatto.

https://www.youtube.com/watch?v=xY638IwzKBY (Nota: incorporare video)

Quanto ai social, anche in questo caso non sempre la privacy dell’utente viene rispettata, ed è proprio qui che all’internauta stesso è richiesta una certa attenzione.

In particolar modo è bene non trasmettere dati personali e password a terzi, controllare le condizioni di adesione ai servizi (compresi i giochi o i test più innocui) e tenere conto, nella divulgazione delle informazioni (dai post alle foto), anche dei diritti altrui.

Nel frattempo, per arginare il problema, le aziende del settore si stanno organizzando: recenti sono infatti le nuove impostazioni di controllo di Facebook Messenger, con tanto di limitazioni sui messaggi inviati e ricevuti, mentre è in sperimentazione una funzione capace di sfocare le immagini provenienti da utenti non facenti parte della cerchia degli amici.

Un campo, dunque, quello del divertimento via web, in costante evoluzione: da monitorare e da vivere in serenità, ma con la dovuta attenzione.

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