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“Lo hanno fatto in laboratorio”. Coronavirus, l’ex biologo militare ne è certo: “Ecco da dove proviene”

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* L’articolo è stato modificato rispetto alla prima stesura del 26 gennaio 2020, evidenziando maggiormente i dubbi circa la tesi avanzata da Dani Shohan e includendo le smentite ufficiali del governo della Repubblica popolare cinese

Parliamo ancora dell’epidemia del coronavirus, il virus che si sta diffondendo a livello globale contagiando centinaia di persone e che ha mietuto per ora 41 vittime, potrebbe aver avuto origine in un laboratorio di Wuhan collegato al programma di armi biologiche segrete della Cina. La notizia gira da alcune ore sui profili Twitter di dissidenti cinesi e attivisti dei diritti umani. Una ‘notizia’ o non notizia tipica dei momenti di confusione generati da ‘casi’ che si riverberano a livello globale, tra tesi improvvisate e rapida diffusione sul web. E che si diffonde nonostante la scienza mondiale, sulla base di precise evidenze, sia concorde sull’origine naturale del nuovo virus.

A dichiarare il tutto Dani Shohan, ex ufficiale dell’intelligence militare israeliana, esperto in armi biologiche, ovvero armi prodotte da agenti microbiologici nocivi, utilizzati come strumento di guerra con l’obiettivo di diffondere la contaminazione e il contagio in territori e popolazioni nemiche. Dany Shohan, che ha studiato a lungo le ricerche sulla bio-guerra cinese, ha affermato che l’istituto di Wuhan è collegato al programma segreto di armi biologiche di Pechino. Continua a leggere dopo la foto


Non solo: Radio Free Asia, società di radiodiffusione internazionale no profit finanziata dal governo degli Stati Uniti, ha ritrasmesso un reportage del 2015 girato da una tv locale di Wuhan che mostrava il più avanzato laboratorio di ricerca sui virus della Cina: il Wuhan Institute of Virology, l’unico sito dichiarato in Cina in grado di lavorare con virus mortali. C’è stata la smentita da parte delle autorità cinesi, rigettando qualsiasi collegamento tra il Covid-19 e le attività degli apparati statali di Pechino. Continua a leggere dopo la foto

E propio al Washington Times, l’ex ufficiale Dany Shoham, che ha conseguito un dottorato in microbiologia medica, ha dichiarato: “Alcuni laboratori dell’istituto sono stati probabilmente impegnati, in termini di ricerca e sviluppo, in armi biologiche, almeno collateralmente, anche se non come struttura principale della strategia cinese nella guerra biologica”. Continua a leggere dopo la foto

Sembra il copione di una serie tv apocalittica, ma in realtà, racconta il biologo, il lavoro sulle armi biologiche è condotto nell’ambito di una duplice ricerca civile-militare ed è “sicuramente nascosto”, ha confermato in una e-mail allo stesso quotidiano. L’ex ufficiale Shoham dal 1970 al 1991, è stato analista dell’intelligence militare israeliana con specializzazione nei temi della guerra biologica e chimica in Medio Oriente e in tutto il mondo, con il grado di tenente colonnello.

Il ministro degli Esteri cinese, Geng Shuang, taglia corto: “Alcuni media o esperti occidentali, ha ricordato il portavoce cinese, hanno suggerito che il virus di Covid-19 potrebbe avere a che fare con il programma di guerra biologica cinese, anzi sarebbe proprio un’arma biologica sfuggita da un laboratorio. Speriamo che la comunità internazionale, mentre lavora insieme per combattere il virus, continuerà farlo contro le teorie del complotto e altri ‘virus politici”.

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