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Tragedia Airbus, ecco tutti gli interrogativi sul copilota Andreas Lubitz

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Andreas Lubitz, 28 anni, copilota dell’Airbus della Germanwings, precipitato il 24 marzo sulle Alpi francesi causando la morte di 150 persone, ha deliberatamente fatto precipitare l’aereo. Lo ha detto questa mattina in una conferenza stampa di Brice Robin, procuratore che da Marsiglia sta indagando sullo schianto dell’aereo della compagnia low cost appartenente a Lufthansa. La verità venuta a galla dopo il ritrovamento di una delle scatole nere ribaltando e sconvolgendo tutte le ipotesi investigative avanzate fino a ieri. Ma cosa è accaduto nei cinque minuti costati la vita a 150 persone? “Il copilota, originario di Montabaur, con 630 ore di volo alle spalle, ha rifiutato di aprire la porta, non ha voluto sbloccare il portellone della cabina di pilotaggio – ha detto il procuratore – ed è rimasto solo alla guida dopo che il comandante è uscito dalla cabina per andare in bagno”. Una volta solo ha azionato la procedura di discesa e l’aereo in “otto minuti” è passato da circa 12mila a duemila metri di altitudine. Il comandante, come detto, ha provato a rientrare in cabina, “ha bussato più volte”, ma “non ha ricevuto risposta”. Adesso, dopo la certezza della causa dell’incidente si aprono una serie di interrogativi sul copilota.

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1. Lubitz aveva architettato un vero e proprio piano per mettere fine alla propria vita? Al momento i magistrati non hanno alcuna risposta. Come nessuna risposta, almeno per il momento, c’è sui motivi che avrebbero spinto il 28enne a compiere il tragico gesto.

2. Dato che il regolamento non prevede che il pilota possa lasciare la cabina in un volo così breve, come poteva essere sicuro di restare da solo nella cabina di pilotaggio? Ha colto la palla al balzo con l’allontanamento del comandante per chiudersi in cabina e azionare la procedura di discesa?

3. Secondo il quotidiano tedesco Faz, che cita la madre di un’amica d’infanzia, il 28enne aveva sospeso il suo addestramento come pilota per ”una sindrome da burnout, una depressione”. Come è stato valutato Lubitz prima della riammissione?

4. I familiari e i colleghi non si erano accorti di niente? Il 28enne non aveva mai mostrato segnali che potevano essere captati prima del disastro?

5. La sua situazione emotiva e psicologica era risultata idonea per entrare in una compagnia aerea? Dopo l’abilitazione al volo, il 28enne ha lavorato per 11 mesi come steward prima di prendere servizio in cabina di pilotaggio. “Alla ripresa – ha specificato l’ad di Germanwings– sono stati ripetuti tutti i test che si fanno abitualmente”. Test “medici psicologici” che il 28enne “ha superato”, risultando così “atto al volo, al cento per cento”.

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