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“Si è concluso”. Girone e Latorre, com’è andata a finire la vicenda dei due marò

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marò processo india terminato

Finisce così la lunga vicenda che ha lasciato col fiato sul collo milioni di italiani sin dal 2012. Parliamo dei due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, accusati di avere ucciso due pescatori del Kerala, in India. Solo in questi giorni, la Suprema corte del paese asiatico, ha chiuso tutti i procedimenti ancora aperti contro i marò italiani.

Non solo: la Corte ha chiesto che l’Italia avvii immediatamente un processo contro i due militari. Quasi dieci anni dopo quel fatto, finalmente l’India ha accettato l’arbitrato internazionale del Unclos (United Nations Convention on the law of the sea), che ha la giurisdizione sui militari della Marina italiana. La scorsa settimana, riferiscono i media locali, la stessa Corte aveva accettato di chiudere i procedimenti in cambio di un risarcimento di 100 milioni di rupie, pari a oltre un milione di euro, ai parenti delle vittime.

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Luigi di Maio, ministro degli Esteri, ha così commentato la notizia: “Chiusi tutti i procedimenti giudiziari in India nei confronti dei due marò pugliesi, il 44enne Salvatore Girone e il 54enne Massimiliano Latorre. Grazie a chi ha lavorato con costanza al caso, grazie al nostro infaticabile corpo diplomatico. Si mette definitivamente un punto a questa lunga vicenda”.

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Marò, il commento di Gentiloni

Poi ha detto la sua anche il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, che si era occupato della vicenda quando era premier: “Si chiude il caso con l’India. Un successo della diplomazia italiana”. Insomma, dopo quasi dieci anni si chiude la ‘fase internazionale’ di una vicenda che aveva portato all’arresto da parte della polizia indiana dei due fucilieri di marina italiani.

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A dire la sua è anche Paola Moschetti, moglie di Latorre: “Da 9 anni sono costretta a parlare a nome di mio marito. A lui è stato fatto esplicito divieto di parlare pena pesanti sanzioni. Non può nemmeno partecipare a qualsiasi manifestazione pubblica – ha detto all’ANSA – È vincolato al segreto. È ora di chiedersi perché le autorità militari vogliono mantenere il segreto su ciò che sa e vuol dire. Quello che so è che per la politica italiana siamo stati carne da macello. Presto Massimiliano si presenterà alla procura di Roma”. 

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