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“Non vi dovete permettere”. Dritto e Rovescio: Del Debbio, le urla in diretta: “Questo no, vergogna!”

paolo del debbio no vax perugia mai più

Non ci sta Paolo Del Debbio e si sfoga in diretta tv su Rete 4. Durante l’ultima puntata di Dritto e Rovescio, il conduttore si sfoga con il pubblico e ci mette la faccia. Il presupposto è un fatto realmente accaduto: a Perugia alcuni No vax hanno sfilato vestiti da deportati per le vie del centro. Un fatto che ha mandato su tutte le furie il giornalista che conosce bene i drammi della Shoah. Del Debbio ha detto: “Non potete permettervi di offendere i familiari, le persone che hanno perso qualcuno coloro che non sono tornati o chi sta ancora male”.

E ancora: “Non potete nemmeno permettervi di mettere in mezzo sei milioni di ebrei e i tanti milioni di non ebrei che sono morti ingiustamente nei campi di concentramento. È ora di farla finita”. Poi la stoccata: “Basta, scherzate con tutto ma non con questo”. Come ha raccontato lui stesso, Paolo Del Debbio ha dovuto fare i conti con l’orrore nazista: “Mio padre arrivò nel campo di concentramento di Luckenwalde nel ’43 e fu liberato nel ’45 dagli Alleati – spiegò in lacrime a Domenica In -. Lui fu preso che era militare in Grecia, quel maledettissimo 8 settembre del ’43 e poi fu liberato nel ’45, ad aprile”.

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Paolo Del Debbio ha poi raccontato a Mara Venier: “Arrivò a Lucca ad agosto con mezzi di fortuna. Devi sapere che gli americani, appena liberati, gli davano un po’ da mangiare. Però, se mangiavano anche solo un po’ di cioccolata, rimettevano tutto subito. Non erano più abituati. Mio papà pesava attorno ai 40 chili. Puoi immaginare”.

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E ancora Paolo Del Debbio: “Quindi gli davano da mangiare piano piano, un pochino alla volta. Quando gli americani li liberarono, prima li ricostituirono un po’ o non ce l’avrebbero fatta a fare nulla. Poi, tramite un camion, mio padre arrivò a Verona. Poi da Verona a Lucca, la fecero a piedi lui e un suo amico. 400 km. C’era tutto il paese intorno che lo aspettava, si era sparsa la voce che erano tornati”.

“Erano due anni che non si avevano notizie di loro, quando mandavi i pacchi col cibo al campo di concentramento, li davano ai cani. Quando arrivò mia mamma, tutti andarono via per lasciarli soli”. Quelli di Perugia quindi, sono fatti che proprio non vanno giù a Paolo Del Debbio che ha preferito chiarire subito come la pensasse il fatto in questione.

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