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WhatsApp, invia un messaggio con una ‘faccina’ e finisce nei guai: condannato. Perché e qual è l’emoticon incriminata: un caso che sta facendo discutere

 

Attenzione alle faccine che mandate. Utili, colorate, divertenti. Ma anche, in alcuni casi, decisamente pericolose, al punto da poter costare a chi le invia con eccessiva noncuranza la reclusione dietro le sbarre. Non ci credete? Eppure è tutto vero. A raccontare questa incredibile storia, che ha subito fatto il giro del web, è stata la testata inglese Metro.

(Continua a leggere dopo la foto)


 

Protagonista della vicenda, andata in scena in Francia, è un giovane di 22 anni di nome Bilal Azougagh, finito in carcere perché ha mandato la “faccina sbagliata” alla sua fidanzata, che all’epoca era minorenne. Tutto succede nell’estate 2015 quando il ragazzo le invia un’emoticon a forma di pistola.

“Una minaccia di morte sotto forma d’immagine” sostiene l’accusa, aggiungendo che da quel giorno l’adolescente sarebbe rimasta talmente traumatizzata da avere incubi continui rifiutando di mettere piede in città. La difesa ha cercato di smontare questa ricostruzione, minimizzando le conseguenze sulla psiche dalla ragazza e sostenendo che si fosse trattato di un semplice errore, la pressione del tasto sbagliando che ha fatto così recapitare un messaggio indesiderato.

Ma i giudici francesi hanno dato ragione alla ragazza, indicando l’emoticon dell’arma da fuoco come una “minaccia reale”. Il giudice ha considerato l’icona della pistola ai sensi dell’articolo 222-17 del codice penale, quello riguardante appunto le minacce di morte, condannando Bilal a 3 mesi di reclusione. Azougagh è stato inoltre condannato a pagare € 1.000 di danni.

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Forse non ve ne siete accorti, ma Whatsapp si è aggiornato e (finalmente) è arrivata l’emoticon che tutti aspettavano…

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