Chi usa WhatsApp dai suoi primi giorni di esistenza ricorderà che l’applicazione di messaggistica – ora la più usata al mondo – era completamente gratuita. Certo, ora il costo annuale è irrisorio, quasi nullo rispetto alle potenzialità dell’app. Ma la gratuità del servizio potrebbe tornare una realtà, dando soddisfazioni a quegli utenti infastiditi dal dover utilizzare la propria carta di credito sullo smartphone. Ma c’è un prezzo – non in moneta – da pagare comunque.
Difatti, non sembra essere una delle tante bufale che circolano su Whatsapp. A scatenare le indiscrezioni sul possibile arrivo della pubblicità all’interno della chat sono state infatti le recenti parole di David Wehner, chief financial officer, che ha affermato, durante evento tenuto pochi giorni fa a Boston, che “le aziende potrebbero utilizzare Whatsapp per raggiungere i clienti”. Si è anche parlato della possibilità di “dare vita a una comunicazione business-to-consumer”, ma in entrambi i casi si tratta di perifrasi per indicare una cosa molto semplice: pubblicità. Di fatto le aziende potranno inviare messaggi pubblicitari, molto probabilmente personalizzati, sulla base delle informazioni che di noi conoscono grazie alle miriadi di dati che Facebook, proprietario di Whatsapp, possiede.
Dunque, c’è la concreta possibilità che sui nostri smartphone, attraverso WhatsApp, arrivi pubblicità di ogni tipo, non ancora chiaro se sotto forma di messaggi o di banner pubblicitari o in altre forme. In effetti, la comunicazione aziendale è già in fase di test su Messenger, a breve potrebbero anche arrivare dei giochini pensati apposta per il servizio di messaggistica integrato in Facebook. Per quanto riguarda Whatsapp, pare che per qualche mese non dovrebbe parlarsene.
Così WhatsApp può raccontare una storia d’amore. Ma… attenti al finale
