Solido, deciso, con quei capelli lunghi che tra gli anni ’60 e ’70 volevano dire solo una cosa: ribellione. I tifosi dell’Inter, squadra dove nacque calcisticamente ma rimase poco, lo avevano soprannominato: “La Pianta”, perché quando un attaccante lo incontrava non poteva far altro che sbatterci contro. Della sua feroce determinazione agonistica si accorse il mago Helenio Herrera, che dopo i trionfi nerazzurri si era trasferito a Roma, sponda Sud (e giallorossa) del Tevere. Pubblico caldissimo e difficile con cui legò solo in parte prima di trasferirsi a Verona.
Altra piazza, altro pubblico, e stavolta applausi molto più convinti per lui che, dopo aver girato diversi ruoli in difesa, venne consacrato nel ruolo di stopper. Intuizione che per prima aveva avuto Herrera del quale il difensore raccontò un aneddoto nel corso di un’intervista. “Herrera – raccontava – mi diceva: segui la punta anche quando va in bagno”. E così lui aveva imparato a fare.
Lutto nel calcio italiano, morto Aldo Bet: colonna del Milan della prima stella
Ed Herrera aveva avuto ragione su Aldo Bet, classe 1949, che esordì in Nazionale il 20 febbraio 1971, a Cagliari, nell’amichevole persa per 1-2 contro la Spagna. E che venne impiegato ancora il 20 novembre dello stesso anno, a Roma, contro l’Austria, in un incontro valido per le Qualificazioni al campionato europeo di calcio 1972 e terminato 2-2-. Bet che le soddisfazioni più belle se le prese con i club. Dopo la salvezza con gli scaligeri tornò a Milano, stavolta con il Milan, nel 1974.
In rossonero disputò sette stagioni contribuendo da titolare alla conquista della Coppa Italia 1976-1977 e al raggiungimento del decimo scudetto (1978-1979), quello della stella. Declassato nelle ultime due stagioni tra le riserve del club meneghino, nel 1981 scese in Serie C1 con il Campania, squadra con cui chiuse l’attività agonistica. In ben 15 anni di carriera non andò mai a rete in gare di campionato (record, questo, poco invidiato) e le sue uniche 3 realizzazioni ufficiali sono riferite alla Coppa Italia.
Disputò anche 4 incontri con la Nazionale Under-23 e due nella Rappresentativa Giovanile. Conclusa la carriera agonistica a Pozzuoli, Bet intraprese per alcuni anni quella di allenatore, sempre in Campania, in squadre come Nola, Frattese, Campania, Savoia, fino al 1987, anno del suo ritiro dall’attività professionistica.