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Sigarette ‘fai da te’, sempre più italiani scelgono la via più economica del vizio soprattutto per una convinzione diffusa tra tutti i fumatori. Ma ora arriva la verità: ecco quello che c’è da sapere

 

Sono 11,5 milioni i fumatori italiani che ogni giorno fanno uso (in media) di circa 13 sigarette. Una l’ora in pratica. Un fenomeno che non tende a calare e che in molti casi porta a problematiche salutari poco raccomandabili. Di questi, buona parte, fa uso non della classica sigaretta ma di quella fai-da-te, ovvero tabacco + filtro + cartina. Secondo l’ideologia popolare che puzza tanto, se non completamente, di mitologia spicciola, queste ultime farebbero meno male. Ma quanto c’è di vero in questa credenza? Un interessante articolo dell’UffPost Italia ha evidenziato, tra le tante, una domanda di una ragazza in particolare, Elena S, di Torino che ha chiesto: “Sempre più spesso vedo i miei compagni di università comprare il tabacco per farsi le sigarette. Mi dicono che faccia meno male… Qual è la differenza con quelle tradizionali?”. A rispondere a questo interessante quesito ci ha pensato Sergio Harari, direttore dell’unità di Pneumologia all’Ospedale San Giuseppe IRCCS Multimedica di Milano e membro del comitato scientifico di No Smoking Be Happy che afferma: “No, le sigarette fai da te non fanno meno male, anzi”. (Continua dopo la foto)


“Visto l’utilizzo del filtrino ‘ridotto’ – continua – sono addirittura più dannose delle “normali”, in quanto il filtro più grande è in grado di trattenere più sostanze minacciose per il nostro organismo rispetto a uno di più piccola fattura. Quindi no, le sigarette rollate non fanno meno male, ma forse addirittura di più. Chi decide di farsele da solo decide semplicemente di farsi del male, sentenzia infine il professore. Per non parlare poi che secondo le indagini Doxa condotte tra il 2002 e il 2016 il dato di quest’anno relativo ai fumatori si riporta sui valori registrati nel 2008. Si osserva inoltre un lieve incremento della prevalenza di fumatori di entrambi i sessi: gli uomini passano dal 25,1% del 2015 al 27,3% del 2016, le donne dal 16,9% del 2015 al 17,2% del 2016. (Continua dopo la foto e il video)

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L’analisi della prevalenza del fumo di sigarette tra gli uomini e le donne nelle varie classi di età mostra che la percentuale di fumatori è ancora superiore a quella delle fumatrici in tutte le fasce di età. Nella fascia di età compresa tra i 25 e 44 anni si registra la prevalenza maggiore di fumatori di entrambi i sessi (24,1% delle donne e 31,9% degli uomini). Fumano di meno gli ultrasessantacinquenni: il 6,9% delle donne e il 18,2% degli uomini. La distribuzione dei fumatori rispetto alle varie aree geografiche mostra che la prevalenza di fumatori di sesso maschile si registra nelle regioni del Centro Italia (30.4%), mentre la prevalenza di fumatrici nelle regioni del Nord (19.9%). Niente di più incoraggiante, insomma.

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