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“Volgare”. Attenzione, se avete un vestito da sposa così rischiate grosso. Il motivo

In questi giorni non si parla d’altro se non di fiori d’arancio, matrimoni, abiti da sposa. A catalizzare l’attenzione su uno degli eventi più importanti della vita di una coppia è stato certamente il matrimonio tra Chiara Ferragni e Federico Lucia in arte Fedez. E proprio sull’abito da sposa della Ferragnez, qualche ora fa, è arrivato un commento lapidario da parte di un esperto di moda come Stefano Gabbana. “Mi vestirò con un abito personalizzato @dior haute couture di @mariagraziachiuri Spero che vi piaccia, Maria Grazia ha davvero creato l’abito dei miei sogni” aveva scritto la fashion-blogger il 29 agosto ‘spoilerando’ uno dei dettagli più atteso del royal wedding italiano. Una scelta che non è piaciuta a Gabbana che ha giudicato il vestito da sposa della Ferragni troppo povero. Sotto una foto che immortala Chiara nel suo splendido abito, pubblicata sul profilo Instagram di Harper’s Bazaar UK, Gabbana ha affermato che secondo lui la creazione Dior Haute Couture realizzata in esclusiva da Maria Grazia Chiuri è ‘cheap’ (dozzinale), scatenando le reazione dei milioni di fan internazionali dell’imprenditrice digitale. (Continua a leggere dopo la foto)



Va dato atto a Chiara, però, di aver scelto un vestito non troppo vistoso lì davanti. Oggigiorno, infatti, sono sempre più numerose le spose che decidono di indossare vestiti scollati sul petto mettendo in mostra tutta la mercanzia. Una moda che non piace a tutti, soprattutto a chi deve celebrare la messa per chi decide di sposarsi in Chiesa. E c’è chi vuole correre ai ripari. Come in Veneto, precisamente sulla laguna di Venezia, dove don Cristiano Bobbo, parroco di Mira, lancia una provocazione. Di cosa si tratta? (Continua a leggere dopo la foto)

Il parroco veneto, all’ennesima sposa in abiti succinti, ha deciso di prendere carta e penna e di scrivere ai suoi parrocchiani. Una riflessione sull’abito “che molto spesso si presenta sguaiato e volgare, inadatto alla circostanza” e una provocazione: introdurre una tassa sulla sposa, “chi più si presenta svestita più paga”. Nel notiziario della parrocchia, don Cristiano ha raccontato la storia di un paese nel quale il parroco che celebrava le nozze era solito ricevere un’offerta proporzionata alla bellezza della sposa. Più era bella, più pesante era la busta. “Fatte le debite proporzioni – si legge nella riflessione di don Cristiano – la potremmo adottare anche noi sacerdoti istituendo una sorta di offerta da riscuotere in proporzione alla decenza dell’abito della sposa che molto spesso si presenta sguaiato e volgare, inadatto alla circostanza. Così, chi più si presenta svestita, più paga”. (Continua a leggere dopo la foto)

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Ma dopo la reazione ‘rabbiosa’ della comunità di Mira, il parroco è dovuto correre ai ripari. E il diretto interessato, a ‘Il Gazzettino’, ha precisato: “È stata solo una provocazione scherzosa – precisa don Cristiano al Gazzettino – che, come molte altre riflessioni, nasce da fatti che accadono spesso nella vita di parrocchia. In questo caso è stata suscitata dalla considerazione che le nozze spesso sono considerate più un evento che una scelta maturata e condivisa. Certi dettagli non vanno sottovalutati”.

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