È morto martedì 3 maggio a Roma, poco prima del ritorno della cerimonia di consegna dei David di Donatello dopo vent’anni di assenza negli iconici Studi di Cinecittà e due di stop a causa dei blocchi dovuto alla pandemia da Coronavirus.
È proprio grazie a uno dei film in cui aveva recitato, l’indimenticabile protagonista del film premio Oscar di Vittorio De Sica “Il giardino dei Finzi Contini”, nel 1971 aveva portato a casa l’ambita statuetta che celebra il cinema italiano. L’attore, sceneggiatore e regista aveva 78 anni ed era considerato tra i protagonisti della stagione dello sperimentalismo e della militanza del cinema italiano degli anni Settanta.
Lino Capolicchio, morto l’attore de ‘Il giardino dei Finzi Contini’
Lino Capolicchio era nato a Merano, in provincia di Bolzano, il 21 agosto del 1943 e da giovane si era trasferito a Roma per frequentare l’Accademia nazionale d’arte drammatica “Silvio D’Amico”. Ha esordito con Giorgio Strehler che nel ’64 lo guida al Piccolo in Le baruffe chiozzotte e quello fu l’inizio di una grande carriera teatrale e cinematografica. Nel 1966 ha vestito i panni di Andrea Cavalcanti nello sceneggiato-cult Il conte di Montecristo e nella sua lunga carriera è stato diretto dai grandi maestri del cinema italiano come Peppino Patroni Griffi in Metti una sera a cena, Dino Risi ne Il giovane normale e ha recitato in La casa dalle finestre che ridono di Pupi Avati.
Indimenticabile il suo ruolo del giovane Giorgio de Il giardino dei Finzi Contini, 1970. Il film di Vittorio De Sica che vincerà nel 1971 l’Orso d’Oro al Festival di Berlino e nel 1972 l’Oscar al miglior film straniero. Grazie alla pellicola del maestro De Sica Lino Capolicchio vince il David di Donatello per la migliore interpretazione maschile.
Attore, sceneggiatore e regista, Lino Capolicchio è stato anche docente presso il Centro sperimentale di cinematografia di Roma, dove insegna dal 1984 al 1987 e incontra l’attenzione di Francis Ford Coppola che, in visita a Roma, gli chiede di poter seguire una delle sue lezioni.