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Isis, barbarie senza fine. Sculture millenarie distrutte a colpi di mazza

Un video diffuso attraverso un account Twitter usato dal Califfato mostra l’ignobile gesto compiuto da alcuni miliziani dello Stato Islamico che, servendosi di mazze e martelli pneumatici, hanno distrutto gli antichi reperti archeologici, alcuni dei quali di arte assira risalenti al nono secolo a. C., conservati in un museo di Mosul, città irachena della provincia occidentale di Anbar controllata dall’estate scorsa dall’ISIS.


Tra le statue distrutte ne figura in particolare una di un toro alato che rappresenta l’antica divinità mesopotamica di Nergal. L’Isis segue una dottrina fondamentalista sunnita secondo la quale è vietata qualsiasi riproduzione di esseri umani o animali, tanto più se raffigurazioni di dei.

“Queste rovine dietro di me, sono quelle di idoli e statue che le popolazioni del passato usavano per un culto diverso da Allah”, dichiara un jihadista con alle spalle un grande bassorilievo di un cavallo. “Il Profeta Maometto ha tirato giù con le sue mani gli idoli quando è andato alla Mecca. Il nostro Profeta ci ha ordinato di distruggere gli idoli e i compagni del Profeta lo hanno fatto quando hanno conquistato dei Paesi – afferma il miliziano – Quando Dio ci ordina di rimuoverli e distruggerli, per noi diventa semplice e non ci interessa che il loro valore sia di milioni di dollari”.

 

In questa stessa settimana, secondo diverse testimonianze, anche la biblioteca centrale di Mosul è stata  presa d’assalto e 100mila volumi, tra libri e manoscritti sono stati bruciati. Secondo Irina Bokova, direttrice dell’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura),  si è trattato di “uno dei più devastanti atti di distruzione di collezioni bibliotecarie della storia dell’umanità”.

 

 

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