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Ragazzo annegato e resuscitato, parla la mamma: ”È un miracolo grazie a Dio e alla scienza”

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”La collaborazione tra Dio e la scienza può fare cose meravigliose, anche nel 2015”. A parlare è la mamma di Michi, il ragazzo salvato all’ospedale San Raffaele di Milano grazie a una procedura rianimatoria di frontiera, dopo un tragico bagno nel Naviglio Grande il 24 aprile scorso a Castelletto di Cuggiono. Fra il tuffo e il recupero da parte dei sommozzatori dei Vigili del fuoco, è rimasto per 42 minuti intrappolato sott’acqua a 2 metri di profondità a una temperatura di 15 gradi. Cuore e circolazione fermi per decine di minuti, più del doppio di quanto concesso dalla letteratura di settore per sperare in una possibilità di ripresa senza danni neurologici. ”Un miracolo? Si definisce così qualcosa di straordinario apparentemente impossibile da spiegare. Ed è quello che è accaduto”, risponde la donna ai giornalisti.

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Lela, nome di fantasia con cui la madre del giovane (15 anni ancora da compiere) si vuole fare chiamare, è tedesca e di fede protestante. Confessione condivisa dal figlio: ”Ho vissuto giorno per giorno il suo percorso miracoloso. Che nulla toglie alla scienza perché una cosa senza l’altra non può esistere”, precisa la donna. ”Michi al fiume era senza vita – racconta – Ora invece è pieno di vita, con tutte le sue capacità mentali e fisiche”, nonostante per un problema circolatorio sia stato necessario amputargli la gamba destra sotto al ginocchio.

”Ha una grande forza e una grande volontà di ricominciare la sua vita e portare avanti i suoi progetti. In questo mese Michi è rimasto nelle mani di Dio e dei medici – aggiunge la mamma – ricevendo il massimo da entrambe le parti. Apparteniamo tutti a un Dio grande che ci incoraggia a porre la nostra vita nelle sue mani. Noi faremo così, giorno dopo giorno”.

Alla stampa riunita nell’Irccs di via Olgettina Lela si rivolge con calma teutonica, seduta alla sinistra di Alberto Zangrillo, capo della Rianimazione cardio-toraco-vascolare del San Raffaele, medico personale del leader di Forza Italia Silvio Berlusconi e autore dell’impresa che definisce ”una storia bellissima ed eccezionale, a cui abbiamo assistito noi stessi increduli”. Alla sua destra papà Stefan, italiano e cattolico: “Credo – afferma l’uomo richiamando le pagine del Vangelo – che i medici siano le persone alle quali Gesù si riferiva quando disse che altri avrebbero fatto cose ancora più grandi”.

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