Non trova pace la villa di Monte Ricco, tra Verona e Negrar, divenuta tristemente nota per il ritrovamento dei corpi mummificati dei coniugi Marco Steffenoni e Maria Teresa Nizzola. A oltre un mese e mezzo dalla macabra scoperta, avvenuta il 15 marzo scorso, l’abitazione continua a essere oggetto di attenzioni morbose. Non bastano i sigilli giudiziari né le transenne a scoraggiare curiosi e profanatori: nel pomeriggio della domenica di Pasqua, tre uomini italiani – di 28, 30 e 36 anni – sono stati sorpresi dalla Polizia all’interno della casa, nonostante l’area sia sottoposta a sequestro penale.
L’episodio, riportato da Il Corriere della Sera, si è consumato attorno alle 17.30, quando alcuni residenti hanno segnalato movimenti sospetti nella proprietà. All’arrivo degli agenti, i tre intrusi sono stati fermati e denunciati per violazione di sigilli. Questa volta non si trattava di semplici esploratori urbani – come i tre giovani veronesi che avevano scoperto i cadaveri credendo di trovarsi in una casa abbandonata – ma di veri e propri turisti dell’orrore, attratti dal clamore mediatico che ha investito il caso.
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Coniugi mummificati, tre incursioni, anche a Pasqua. Turisti del macabro e ladri
Già nelle settimane successive al ritrovamento dei corpi, la villa era stata presa di mira da ladri, alla ricerca di beni di valore. Alcuni avevano forzato l’ingresso sperando di trovare oro e gioielli. Più tardi, la porta era stata nuovamente trovata aperta, anche se in quell’occasione non si erano registrati furti. Un inquietante pellegrinaggio che ha trasformato la dimora dei coniugi in un macabro punto di attrazione.

Intanto, i corpi di Marco Steffenoni, medico odontoiatra, e della moglie Maria Teresa Nizzola, pensionata, si trovano ancora all’Istituto di Medicina legale di Borgo Roma. I funerali non sono ancora stati celebrati. I due erano soci del Wwf fin dagli anni Ottanta e avevano designato l’associazione ambientalista come unica erede testamentaria. Un desiderio messo nero su bianco presso uno studio notarile emiliano, in cui si chiedeva che l’ingente patrimonio fosse destinato alla tutela dell’ambiente e degli animali.


Il Wwf, informato della volontà dei defunti, ha avviato l’iter legale per accertare la validità dell’eredità e farsi carico dell’organizzazione delle esequie. Il patrimonio lasciato dai coniugi è ancora da quantificare, ma si sa che la villa di Monte Ricco era di proprietà di Marco Steffenoni, mentre Maria Teresa Nizzola apparteneva a una famiglia agiata del Mantovano e possedeva diversi immobili. La vicenda, al di là del mistero e del dolore, continua a sollevare interrogativi sul rispetto della morte e sulla fragilità dei confini tra cronaca e spettacolo.