Impossibile aver rimosso quel maledetto 21 febbraio 2001, passato alla storia come il giorno del delitto di Novi Ligure. Sono passati quasi 17 anni da quando Erika De Nardo, allora 16enne, massacrò insieme al fidanzatino dell’epoca di un anno più grande Omar Favaro, la madre Susanna (41 anni) e il fratellino Gianluca (di 11). Una furia omicida. Quaranta le pugnalate alla madre che, sussurrando, la implorò di salvare l’altro figlio, ma la coppia provò dapprima ad affogarlo nella vasca da bagno per poi finirlo poi con 57 fendenti. Senza pietà. Il padre di Erika, Francesco, oggi 60enne e dirigente di un’azienda dolciaria , si salvò per miracolo. Se vuoi uccidilo tu, avrebbe detto la ragazza a Omar la sera del delitto. Per l’accusa, infatti, il signor De Nardo fu risparmiato solo perché il 17enne, provato dal duplice omicidio appena compiuto e ferito a una mano, decise di tornarsene a casa. Erika e Omar furono condannati rispettivamente a 16 e 14 anni di reclusione dal giudice del tribunale dei minori di Torino. (Continua a leggere dopo la foto)

Oggi, dopo tutti questi anni, si è tornato a parlare di Omar, già tristemente noto alle cronache per i fatti di cui sopra. Il 32enne, come si legge sull’Ansa, è stato infatti condannato a quattro mesi per lesioni personali ai danni di un giornalista milanese che aveva provato a intervistarlo in un bar di Acqui Terme (in provincia di Alessandria), dove lavorava dopo aver scontato la condanna a 14 anni per l’omicidio. Condannato a 6 mesi per lo stesso reato anche il padre del giovane, Maurizio. Entrambi sono stati invece assolti dall’accusa di violenza privata. (Continua a leggere dopo la foto)


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L’aggressione per cui l’ex fidanzatino di Erika era imputato è avvenuta nell’aprile 2011. I suoi difensori, gli avvocati Lorenzo Repetti e Vittorio Gatti, sono già pronti a ricorrere in appello ”per vedere affermare la completa estraneità ai fatti” dei loro assistiti. ”Le dichiarazioni rese da giornalista e collaboratore – sottolineano – sono imprecise e contraddittorie, anche rispetto a quanto da loro stessi inizialmente dichiarato”. Padre e figlio hanno sempre negato ogni addebito.
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