Miriana Trevisan si racconta. A tanti anni dall’esordio a Non è la Rai la showgirl rivela gioie e dolori di una carriera dalle mille sfaccettature. In un’intervista al Corriere della Sera, il volto noto della tv, conduttrice e ballerina ha ripercorso le tappe della sua vita professionale e privata, iniziando proprio dal programma cult di Gianni Boncompagni che le regalò una notorietà improvvisa, per poi soffermarsi su alcune esperienze personali tutt’altro che semplici.
Dopo la fine del matrimonio con il cantante Pago, Miriana ha vissuto una relazione che l’ha profondamente segnata. “Un uomo che mi ha fatto del male, che mi ha plagiata, controllata, ricattata”, ha raccontato. “Mi accusò persino di non essere una brava madre. Purtroppo dopo il divorzio avevo delle brecce aperte e lui ci si è infilato. Dopo due anni ho capito chi era, ma non riuscivo a liberarmene, mio figlio ha ancora gli incubi. A quelle che si ritrovano come me dico: ‘Chiedete aiuto a chi vi vuole bene'”.
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Il rapporto con l’ex marito e le rivelazioni sulla carriera
Con l’ex marito, invece, i rapporti sono oggi distesi: “Siamo come fratelli. Non è stato facile o immediato, non raccontiamoci favole, però ci siamo riusciti”, ha spiegato. “Ci siamo sposati due volte. La prima è finita subito. La seconda abbiamo avuto nostro figlio, ma dopo pochi mesi già non andava. Troppo diversi. Meglio come amico. Ora lo vedo felice, quella giusta non ero io. Però l’ho amato tanto, anzi forse è l’unico che ho amato”.

Attualmente single, Miriana preferisce evitare le relazioni superficiali: “La bellezza non regge, in amore, vedi Belen. Tante donne bellissime vengono comunque tradite. Molte lo accettano, io mi allontanavo schifata. Scenate ne ho fatte, purtroppo avevo sempre ragione”, ha detto. E sul suo approccio attuale all’amore ha aggiunto: “Non mi prenda alla lettera. Tendo alla castità, ma ho desideri come tutti. Mi trattengo finché non trovo qualcuno che mi piace tanto. Non sono fatta per andare a destra e manca, sono sfidanzata, ho detto molti no (…). Però vorrei trovare un compagno, ho ancora la sindrome della principessa”.


Ripensando al passato, riconosce di aver spesso sacrificato se stessa nei sentimenti: “Mi sono accontentata, non mi sono rispettata. Ho idealizzato quello che non c’era, seguito illusioni. Invece avrei dovuto avere più consapevolezza della meraviglia che sono”. Aveva solo 19 anni quando iniziò a lavorare a Non è la Rai, un’esperienza che la catapultò nella popolarità.
Le registrazioni avvenivano al Centro Palatino di Roma, e la sua vita cambiò drasticamente: “Prendevo il pullman per andarci, diventò impossibile. Provai la bici, mi facevano cadere. Il motorino, mi inseguivano. Alla fine mi spostavo in taxi. A casa i miei staccarono il citofono perché suonavano a ogni ora. O si appostavano sul pianerottolo, i vicini non ne potevano più. Popolarissima, non sapevo a chi dare i resti”.
Nei confronti di Gianni Boncompagni nutriva una certa soggezione: “Parlarci mi metteva soggezione, se lo vedevo scappavo, correvo a chiudermi in bagno… Lui capiva. Un giorno mi convocò nel suo ufficio. Non mi presentai. Lasciò correre. ‘Però davanti alle telecamere Miriana è una tigre’. Una volta ho ballato con la scarpa slacciata, cambiai tutta la coreografia per il terrore di perderla”.
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