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Sempre in tv per il caso di Pierina Paganelli, chi è davvero Davide Barzan

Omicidio Paganelli, chi è davvero il criminalista Davide Barzan

Chi è davvero Davide Barzan? La domanda è diventata centrale dopo che Le Iene, con un’inchiesta firmata da Gaston Zama e Marco Occhipinti, hanno sollevato dubbi inquietanti sulla figura dell’uomo che per anni si è presentato come esperto legale, pur senza essere iscritto all’albo degli avvocati. Il servizio, andato in onda martedì 15 aprile su Italia 1, ha preso le mosse dal caso di Pierina Paganelli, l’anziana uccisa brutalmente a Rimini, per poi svelare una rete di relazioni, affermazioni dubbie e accuse pesanti che ruotano attorno proprio a Barzan, ora consulente della famiglia Bianchi, coinvolta nella vicenda.

Al centro della bufera, le dichiarazioni di Valeria Bartolucci, moglie di Louis Dassilva – l’amante di Manuela Bianchi – che ha accusato Barzan di essersi spacciato per avvocato, suggerendo insieme all’investigatore privato Ezio Denti una strategia difensiva grottesca: far confessare l’omicidio a un innocente per poi far subentrare un tossicodipendente pronto ad assumersi la colpa in cambio di denaro. Messo alle strette dalle domande di Zama, Barzan ha ammesso di non essere avvocato, pur rivendicando una laurea in giurisprudenza, senza specificare dove conseguita. A rendere ancora più surreale la situazione, le sue performance linguistiche in tv – tra “venghi” e “pubblico lubbrio” – diventate virali sui social, al punto da spingere Paolo D’Achille dell’Accademia della Crusca a smentirlo pubblicamente: «La forma corretta è ‘venga’, il participio passato sarebbe ‘venuti’».

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Omicidio Paganelli, chi è davvero il criminalista Davide Barzan


Omicidio Paganelli, chi è davvero il criminalista Davide Barzan

La vicenda ha assunto contorni politici quando l’onorevole Dolores Bevilacqua (M5S), membro della Commissione di Vigilanza Rai, ha annunciato un’interrogazione parlamentare per chiedere conto alla Rai della frequente presenza di Barzan nelle trasmissioni pubbliche: «Chiediamo se i titoli dichiarati siano stati verificati, se ci siano stati accordi o compensi, e quali misure intenda adottare l’azienda per evitare casi simili in futuro», ha dichiarato. Parallelamente, nuove segnalazioni sono arrivate alle Iene da parte di cittadini che si dicono truffati dallo stesso Barzan, tra cui tre cosentini: Vincenzo Cortese, Francesco Di Lauro e Vincenzo Iurillo, che raccontano storie di promesse mancate, soldi spariti e rapporti personali deteriorati.

Omicidio Paganelli, chi è davvero il criminalista Davide Barzan

Secondo i loro racconti, tutto cominciò a Cosenza, tra il 2010 e il 2011, quando Barzan tentò la carriera politica e si presentò come vincitore di 47 milioni al Superenalotto. Una storia mai confermata, ma utile a costruirsi un’immagine credibile: Ferrari a noleggio, famiglia rispettabile, progetti imprenditoriali mai realizzati. Iurillo gli diede 4.000 euro per un posto in banca promesso alla nipote, Di Lauro lo seguì per l’Italia con la prospettiva di un incarico nel Cosenza Calcio, e Cortese racconta di aver investito 46.000 euro in un fantomatico “sport village”. Quando i tre chiesero indietro i soldi, Barzan li denunciò per estorsione: finirono imputati, furono arrestati e poi prosciolti, mentre Barzan veniva a sua volta denunciato per calunnia, ma il procedimento si prescrisse.

Dietro la facciata dell’uomo affabile e pieno di idee, secondo i documenti raccolti, si nasconderebbe una realtà ben diversa. Durante le indagini emerse che il suo presunto conto milionario era un falso, che le auto di lusso erano tutte a noleggio, e che lui e la famiglia avevano soggiornato in un hotel senza pagare un conto da 40.000 euro. La “grande truffa” si chiuse senza condanne definitive, ma con diversi elementi messi nero su bianco dai giudici. In particolare, nel 2023, una sentenza della magistratura conferma la condanna di Barzan a sei mesi per truffa – con pena sospesa – ai danni della banca Bcc Mediocrati di Cosenza, a cui presentò un assegno falso da due milioni di euro. Secondo l’avvocato Vincenzo Adamo, che lo ha affrontato in aula: «Barzan ha costruito un castello di bugie per carpire la fiducia del direttore della filiale».

Nonostante tutto, Davide Barzan continua a definirsi incensurato: «Il mio casellario giudiziale è pulito», dice al telefono con Zama. Ma come precisa lo stesso avvocato Adamo, in realtà Barzan è stato condannato in via definitiva. Eppure, oggi è ancora ospite nei talk show, interviene nei dibattiti televisivi e viene presentato come esperto di diritto. C’è chi si chiede come sia possibile. E c’è chi, tra le presunte vittime, si dice stufo di vedere l’uomo che ha fatto “piangere tante persone” apparire in televisione come se nulla fosse. Forse è davvero arrivato il momento di chiedersi: chi sta davvero dietro la maschera di Davide Barzan?


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