Conosciamo tutti Luca Tommassini. È immerso nello show biz da decenni ormai partecipando anche a reality show, ossia Pechino Express, nel 2015, un ‘famoso’ dai modi riservati, che non ha mai spettacolarizzato nulla. Intervistato da poco da Luca Casadei per una puntata del podcast One More Time, Tommassini ha parlato del suo passato e del suo rapporto teso e violento con il padre, una persona omofoba e manesca.
“Mio padre era meccanico vicino a Primavalle, all’epoca zona dove mettevano gli avanzi di galera. Col tempo divenne campione di Formula 3, iniziò a spendere i soldi in auto e donne. E iniziò a non abitare quasi mai in casa. Usava molto le mani, e mandò diverse volte mia madre in ospedale. Una volta mi tirò in faccia un posacenere di cristallo, di quelli anni 70, quadrati. Non parlai per settimane. Mi portarono da uno psicologo per superare questo mutismo: ovviamente di nascosto da mio padre”. (Continua dopo le foto)
E ancora: “A 100 metri da casa mia Enzo Paolo Turchi aprì una scuola di ballo. Mia madre mi disse: “Ci vuoi andare?”. Sì che volevo. Lei mi iscrisse, e mi pagò la scuola coi soldi che risparmiava di nascosto da mio padre. Il giorno che scoprì che mi ero iscritto alla scuola di ballo, venne a pranzo, per rimproverarci tutti. Mia madre iniziò a difendermi”. Quello che accadde dopo non si sa come si sia riuscito a fermare, come una pallina che non arresta la propria corse se non lo fai tu. (Continua dopo le foto)
Il racconto di Luca Tommassini prosegue: “Lui stava urlando, prese una bottiglia d’acqua di vetro, la spaccò contro un muro e andò contro mamma. Io mi misi in mezzo e per la prima volta gli urlai in faccia: “Vattene, vattene!”. Finché non se ne andò. Tirai fuori la forza che in realtà non avevo, mi inventai il coraggio. E a volte inventarsi il coraggio serve”. Delle parole vere, una storia di vita sofferta, che può servire a tanti e in qualche modo aiutare, tanti giovani sono stati/sono vittime dei propri genitori.
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