Per Veronica Panarello è soltanto “stato un brutto sogno”. Quello che ha raccontato da subito non era frutto di fantasia, ma “ciò che ho sempre ritenuto fosse accaduto”. Così parla, nella sua deposizione alla Procura di Ragusa, la mamma del piccolo Loris, spiegando di “avere preso coscienza dei fatti sin dallo scorso mese di luglio”. E, cioè, che lei a scuola Loris non lo aveva portato. E da quando ha realizzato quello che era veramente successo, di fronte alla visione della verità dei fatti, ha “patito un peso enorme di cui volevo assolutamente liberarmi”.
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Dopo avere portato il corpicino del bambino, che secondo la sua ricostruzione è morto mentre giocava con delle fascette, nel canalone, si è recata a un corso di cucina a Donnafugata. E lì, fa mettere a verbale il 13 novembre scorso, “ho incominciato a rimuovere il ricordo di ciò che avevo fatto, rappresentandomi in realtà che avevo lasciato Loris a scuola”. Quindi è tornata a Santa Croce Camerina e “in totale stato di confusione sono scesa dall’auto nella convinzione di prendere il bambino”. Una storia che per molti fa acqua da tutte le parti, nel frattempo la Panarello rimane in carcere, in attesa del processo.
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