Flavio Briatore giura di averci perso 17 chili, Simona Tagli addirittura 24 in un solo mese. È la dieta Lemme, inventata dal farmacista Alberico Lemme da Desio, guru della “filosofia alimentare”, dove “il cibo si usa come un farmaco”. Un esempio di menù della dieta Lemme? Grandi quantità di cibo, spesso carne e pesce, senza sale, ad orari precisi del giorno, come quello dell’ex team manager di Formula 1. “A colazione 400 grammi di spaghetti aglio olio e peperoncino, a pranzo una costata di manzo da 1,2 chili e alla sera 700 grammi di asparagi e spinaci”, ha spiegato alla Zanzara il signor Lemme. Una dieta tutt’altro che bilanciata.
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“Questa estremizzazione e radicalizzazione dell’alimentazione che propone Lemme ha un effetto molto mediatico, ma poco scientifico”, spiega a FQMagazine, il professore Luca Piretta, gastroenterologo, docente di nutrizionismo e patologie digestive presso l’Università Campus Biomedico di Roma. “Anche perché essendo lui un farmacista dovrebbe fare il farmacista”. Tre, scrive il Fatto Quotidiano, i punti principali contestati alla nuova “filosofia alimentare” che spopola soprattutto tra i vip: l’eccessiva quantità di cibo ingurgitata tra colazione e pranzo; la scarsa presenza di frutta, verdura; la mancata copresenza di carne e pasta. “Altro aspetto discutibile – prosegue il gastroenterologo – è che Lemme non fa mai mangiare carne assieme alla pasta. Dire che mangiarli insieme faccia male alla salute è una stupidaggine. Identico discorso nel non consigliare di mangiare frutta e verdura. Sappiamo benissimo infatti come questi alimenti facciano bene soprattutto per il nostro “microbiota”, l’insieme dei batteri che abbiamo dentro l’intestino, importanti responsabili della nostra salute. Una dieta povera di carboidrati, di pasta, frutta e verdura creerà in chi la fa una flora batterica di bassa qualità”.
Ma non finisce qui. Perché l’aspetto più pericoloso è proprio il calo vertiginoso di peso in pochissimo tempo, come sbandierato dai testimonial d’eccezione del metodo Lemme: “Al massimo si devono perdere 4 chili in un mese, non di più – conclude Piretta – Tutti parlano di diete in ottica di dimagrimento. Per l’opinione pubblica conta solo il risultato. Perché dimagrire bene vuol dire perdere la massa grassa preservando la massa magra. Perdere massa muscolare e tessuti nobili è un danno irreparabile. Consigli? Attività fisica regolare, due tre volte settimana per bruciare un po’ di calorie. E poi ricordiamoci che siamo tutti uno diverso dall’altro a livello genetico non tutti rispondono alla dieta allo stesso modo, non tutti hanno gli stessi microbiota nell’intestino, non tutti hanno lo stesso ritmo circadiano. Per non dire dell’aspetto”.
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