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Cancro del pancreas. È uno dei tumori più letali e in Italia è aumentato del 59% in 15 anni. Uccide più di ogni altro perché non si individuano facilmente i sintomi e, quando ‘’si fa sentire’’, ormai è tardi. Ma c’è qualcosa che si può fare per evitare il peggio (oltre a controllare queste poche cose)

  • Salute

È uno dei tumori più gravi e aggressivi, purtroppo, ancora oggi, il tumore al pancreas è quasi sempre letale. E difficilissimo da combattere. Il motivo? I sintomi, all’inizio, sono sfumati e non riconoscibili; quando i sintomi compaiono, in genere, la malattia si è già diffusa e le cure servono a poco. Ancora una volta, gioca un ruolo chiave la diagnosi: se è precoce, è più probabile riuscire a curare il tumore. Ma ci sono cose che riducono drasticamente il rischio di ammalarsi: per esempio smettere di fumare, seguire una dieta sana e stare alla larga dai chili di troppo. Infatti tra i fattori che aumentano il rischio di ammalarsi ci sono appunto il fumo, il sovrappeso e l’alimentazione sbagliata. Negli ultimi 15 anni in Italia i casi di cancro al pancreas sono aumentati del 59%. Se nel 2002 i nuovi malati erano 8.600 circa, nel 2017 siamo arrivati a 13.700.

Numeri che spaventano. “È fondamentale migliorare il livello di consapevolezza dei cittadini e delle Istituzioni su questa neoplasia e sull’importanza degli stili di vita sani – ha spiegato al Corriere della Sera Fabrizio Nicolis, Presidente Fondazione AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), che aderisce alla quarta Giornata Mondiale sul tumore del pancreas, realizzata sotto l’egida della Fondazione AIOM, Salute Donna, FAVO (Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia), Salute Uomo, Fondazione Nadia Valsecchi, Nastro Viola e My Everest -. In tutto il mondo i nuovi casi sono più che raddoppiati in un decennio. Fumo, obesità e sedentarietà rappresentano i principali fattori di rischio. In particolare circa 3 casi di cancro al pancreas su 10 sono causati dal tabacco. Questi dati ci spingono a impegnarci di più sia sul fronte della prevenzione che della ricerca”. Continua a leggere dopo la foto


Oltre al tabacco, anche il sovrappeso crea danni enormi: l’obesità, infatti, aumenta del 12 per cento il rischio di ammalarsi. Per non parlare della dieta, che gioca un ruolo chiave nella prevenzione. Basti pensare alla diffusione della malattia a livello geografico: al sud, dove si consumano più rutta e verdura, la malattia colpisce meno che al nord. Pensate, meno 25 per cento fra gli uomini e meno 28 fra le donne. Il maggiore consumo di frutta e verdura fresche, tipico della dieta mediterranea più diffusa nel Meridione, protegge dal rischio d’insorgenza di questo tipo di cancro. Altro fattore che aumenta il rischio di prendere la malattia è la pancreatite cronica, uno stato d’infiammazione che è provocato dal consumo cronico di alcol.  Continua a leggere dopo le foto

“A oggi non ci sono metodi per la diagnosi precoce di questa neoplasia molto aggressiva – ha spiegato al Corriere Giampaolo Tortora, direttore dell’Oncologia Medica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona -. Oltre la metà dei pazienti scopre il tumore quando è già in fase metastatica. Spesso sintomi come dolore allo stomaco, gastrite e cattiva digestione vengono confusi con quelli di altre patologie. Così, purtroppo soltanto 8 pazienti su 100 sono vivi a cinque anni dalla diagnosi (superiore rispetto alla media europea di 6,9), molti meno rispetto ad altre neoplasie frequenti come quelle al seno e alla prostata (dove la sopravvivenza si aggira attorno al 90 per cento)”. Continua a leggere dopo le foto

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Ma quali sono dunque i sintomi da tenere d’occhio? La comparsa improvvisa di diabete in un adulto è un sintomo da non sottovalutare così come un dolore persistente nella zona dello stomaco o a livello della schiena al punto di passaggio tra torace e addome; una perdita di peso ingiustificata è un campanello d’allarme, così come delle feci chiare, oleose, che galleggiano; anche la diarrea e la comparsa di trobmi nelle gambe sono segnali che devono spingerci a farci visitare.

Qualora si scopra di essere ammalati che si fa? La chirurgia resta la soluzione più valida, accompagnata da chemioterapia o radioterapia. “Non è accettabile che alcuni pazienti siano operati in centri che svolgono uno o due interventi l’anno – sottolinea Massimo Falconi, direttore del Centro del Pancreas dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e docente ordinario Università Vita-Salute di Milano -. Solo attraverso la giusta competenza si può curare questa patologia. La chirurgia pancreatica è estremamente complessa, infatti meno del 20% dei pazienti è candidabile a un intervento con intento curativo e numerosi studi scientifici hanno dimostrato che i rischi di gravi complicanze dopo un intervento sono più alti nei centri che eseguono raramente queste operazioni”.

“Può provocare il cancro al seno”. Tra tutte le patologie questo tumore è il più aggressivo per le donne. Secondo i ricercatori una delle cause principali è in una diffusissima abitudine di bellezza. L’avvertimento: “Scegliete con cura quello che usate”

 

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